"Yverdon rinforzato ma noi vogliamo vincere"

“Yverdon rinforzato ma noi vogliamo vincere”

Si profila una bella cornice di pubblico per il “Lugano’s Plan ₿ Match” che sabato sera alle 20.30 vedrà di fronte a Cornaredo i bianconeri e l’Yverdon.  La squadra di casa ha svolto venerdì mattina l’allenamento di rifinitura. Per la prima volta da parecchi mesi la rosa si è allenata al completo come dire che, tecnicamente, non ci sono indisponibili in vista dell’ultimo match prima della sosta per le nazionali. Al termine della seduta il tecnico Mattia Croci-Torti ha risposto alle domande dei giornalisti.

Occhio alle loro palle ferme

-In due partite all’Yverdon avete segnato undici gol, un bottino ragguardevole. Dal canto loro i vodesi  in questa prima parte del campionato hanno messo a segno ben dodici reti su colpi di testa.  Pensi che sia questo aspetto una delle chiavi della partita di domani?
“Loro sono molto bravi sulle palle inattive. Le preparavano già molto bene prima con Schällibaum e stanno proseguendo ottimamente con il nuovo allenatore. Nell’ultima partita, vinta contro lo Zurigo, il secondo e il terzo gol sono arrivati da un corner e da una rimessa laterale. Significa che sono attenti ai dettagli: schierano una squadra con due ottime punte (Kevin Carlos e Mahoui). Anche a Cornaredo la rete che avevano trovato era arrivata su colpo di testa, dunque saranno molto importanti le marcature nei sedici metri, quello che è stato un po’ il nostro problema all’inizio dell’anno. Sarà però fondamentale anche non permettere molti cross dalle fasce.”

Molti inserimenti di qualità

-Arrivate da quattro vittorie consecutive e incontrate un avversario sulla carta inferiore a  voi e comunque dietro in classifica. E’ difficile tenere alta la concentrazione dei giocatori in questi casi?

“La risposta è abbastanza semplice. Basta andare a vedere l’ultima partita dell’Yverdon: hanno battuto lo Zurigo, una squadra che era terza in classifica e che arrivava da una vittoria. Gli stessi vodesi la settimana precedente stavano pareggiando a Winterthur a 15 minuti dal termine. Sono una squadra tosta, che ha fatto un ottimo mercato e si è rinforzata tantissimo. Quando vai a prendere Bernardoni, un portiere che fino a due anni fa valeva 12 milioni di euro e ha giocato più di 100 partite in serie A in Francia, lo fai  per rinforzare la squadra. Se poi aggiungi quelli arrivati già a fine mercato in estate da Mahoui (nazionale algerino) ad Aké che ha una presenza in prima squadra nella Juventus. Dunque un Yverdon più forte, anche se nelle ultime settimane ha perso per infortunio un paio di elementi molto esperti come Tasar e Sauthier. Ma occhio agli avversari di domani che hanno buone individualità -si pensi a un elemento come Luisao a metà campo (nazionale U23 del Brasile e che mi piace tantissimo)- e che è allenata molto bene da Mangiarratti. Dobbiamo essere molto attenti, di squadre materasso non ce ne sono e il Winterthur sta facendo come noi, vince le partite. Ma non penso che domani sbaglieremo l’atteggiamento.”

Vincere a Cornaredo 

-Siete soliti ragionale a cicli di partite, immagino che uno di questi abbracciasse i match sino alla sosta. Rispetto agli obiettivi che vi eravate fissati: siete addirittura sopra a livello di punti,  in  linea o sotto?

“Noi ragioniamo a cicli più che altro nel recupero dei giocatori infortunati come abbiamo visto con la gestione dei vari Bottani, Steffen e Aliseda. Sappiamo che la settimana prossima avremo un’amichevole importante per reinserire gradualmente anche gli altri. Siamo riusciti a recuperare tutti, a oggi l’unico indisponibile perché non è in condizione è Doumbia che da ottobre non disputa una partita. Con lui non vogliamo rischiare. Sapevamo che dopo l’autunno avremmo dovuto fare più punti possibili. Onestamente non sono contento per quello che abbiamo fatto in casa. E’ per questo che domani dobbiamo chiudere questo ciclo con una vittoria a Cornaredo, che seguirebbe quella del 25 febbraio contro lo Zurigo. Eravamo consci di dover disputare in trasferta quattro delle ultime cinque partite. Siamo riusciti a vincerle tutte, tranne quella di Ginevra. Siamo contenti ma per chiudere in bellezza dobbiamo avere la fare di vincere in casa domani sera. Il pareggio con GC e la sconfitta con lo Stade Lausanne pesano ancora un po’.”

Bottani aiuta a vincere

-Domani, se deciderai di schierarlo, dovrebbe essere una partita importante per Mattia Bottani che in caso di presenza in campo per almeno 45′  si vedrebbe prolungare automaticamente di un anno il suo contratto. Quanto sei felice di poter contribuire a questo traguardo con un giocatore che peraltro sta dimostrando con le sue prestazioni di meritarselo?

“Io a Mattia non devo regalare niente. Quello che ha avuto in questi due anni e mezzo della mia gestione se l’è meritato tutto. Ci sono stati dei momenti in cui ha sofferto per qualche acciacco che ha fatto sì che non potesse avere la condizione sufficiente, ma quando sta bene ha sempre dimostrato di essere un giocatore che in Super League è in grado di fare la differenza. Sono molto contento che abbia trovato questa continuità. Adesso che è in forma e in condizione ce lo teniamo ben stretto e siamo molto contenti delle sue prestazioni, non sto lì a guardare se ha fatto 16 presenze o quant’altro. Penso a vincere le partite e so che Bottani da quando sono allenatore del Lugano mi ha aiutato a vincerne tante.”

Alzato il livello degli allenamenti

-Visto che nessuno è indisponibile negli allenamenti hai notato una spinta maggiore da parte di tutti, vista l’aumentata concorrenza?

“Ciò che ho notato è l’aumento di qualità negli allenamenti. Quando recuperi determinati giocatori si alza il livello tecnico e quando questo succede aumentano tutte le altre componenti perché bisogna correre di più per rubare palla, aumentare la concentrazione, smarcarsi maggiormente, eccetera. Ci sono tanti aspetti che migliorano con la rosa completa. Poi io devo fare delle scelte e non è sicuramente facile perché tutti desiderano giocare e nessuno vuole sedersi in panchina. La concorrenza spinge ad alzare il livello: preferisco questi allenamenti molto intensi,  che onestamente non vedevo dal ritiro spagnolo di quest’inverno. Teniamoci ben  stretti tutti i giocatori, qualcuno non sarà contento ma spero che siano più quelli con fame che quelli tristi”.

Scelgo chi sta meglio

-Adesso la gestione del gruppo diventa meno semplice. Ne sei consapevole?

“Chi desidera fare l’allenatore deve sapere che dovrà gestire queste situazioni. Purtroppo al termine dell’allenamento odierno ho dovuto dire a sei giocatori che non erano convocati. Loro giocano a calcio per piacere e per passione e  dovergli dire che guarderanno i compagni dalla tribuna non è la cosa più piacevole del mio lavoro, anzi è forse la più brutta, ma fa parte del gioco. Questo fa capire che chi vuole stare in questa squadra deve dare il 100 per 100 in ogni allenamento, le mie scelte dipendono da chi sta meglio.

Importante chi subentra

-Anche perché innegabile che vi trovate in un momento positivo?

“Siamo in un flow positivo però sia che vinci o che perdi fondamentalmente un allenatore schiera sempre i giocatori che lui ritiene gli possano far vincere la partita successiva. Qui a Lugano nessuno mi ha mai messo pressione per impiegare dei giocatori, mi hanno sempre dato ampia scelta. Dunque tutte le decisioni dipendono da me, devo sempre pensare a chi è meglio far scendere in campo dall’inizio ma anche  a coloro che possono subentrare a partita in corso. Le partite -e lo sapete- si vincono sempre alla fine. Chi segue il calcio internazionale ha visto che ieri sera il Bayern Leverkusen ha segnato e ha passato il turno nei minuti di recupero. Chi ha seguito l’Inter ha visto che un giocatore dell’Atletico subentrato dalla panchina ha ribaltato in un attimo la  situazione. Dobbiamo essere bravi a capire chi può aiutare la squadra nei minuti conclusivi di un match. Sono gli undici giocatori in campo alla fine che determinano il più delle volte il risultato.”

Celar possibile capocannoniere

-Vedi Celar capocannoniere alla fine del campionato?
“Spero di sì. Sarebbe un bel palcoscenico per lui prendere posto sul podio più alto e sarebbe un bel riconoscimento per il Lugano che da decenni non ha un capocannoniere. Sarei contento se lo fossero anche Vladi, Steffen o Prybylko. Non guardo tanto le classifiche individuali, per me conta il bene comunque. Poi se arriva il titolo di capocannoniere sono soddisfatto per il giocatore ma è anche un premio al lavoro della squadra. Queste statistiche nascondono il lavoro che c’è dietro, quando un giocatore vince il titolo di goleador è anche grazie a chi l’ha messo in condizione di arrivare sin lì.”

-Zan a Lugano ha avuto una storia un po’ particolare, fatti di alti e bassi. Credi che questa sia la definitiva consacrazione?
“Sono molto contento di quello che Zan ha fatto da quando è con noi. La sua attitudine è sempre stata positiva. Ha avuto solo un piccolo momento di flessione ma era comprensibile che le voci di mercato potessero destabilizzarlo. Ma ho sempre ritrovato il giocatore che conosco dall’inizio e soprattutto -glielo detto più volte- una brava persona che sa accettare le scelte dell’allenatore. Anche quest’anno, quando è partito dalla panchina panchina, ha poi risposto presente tutte le volte che è entrato in campo e sono questi elementi che fanno il bene della squadra”.

Il ritorno di Aliseda

-E di Aliseda che puoi dirci: quanti minuti ha nelle gambe?
“Non so se 5, 10, 20 o 25.  L’importante è poterlo riavere in panchina. Sappiamo che gli manca il ritmo di gioco, però poterlo rivedere fa sì che i compagni debbano dare ancora di più se vogliono prendere il suo posto e lui deve avere quella fame per arrivare al livello al quale sono giunti gli altri quest’anno. Però conosciamo le sue innegabili qualità e domani per me averlo in panchina sarà molto piacevole.”

Przybyło potrà aiutare

-A che punto è l’inserimento dell’attaccante Kacper Przybylko arrivato in febbraio da Chicago?
“L’ho fatto entrare in Coppa col Basilea. E’ un giocatore già pronto con caratteristiche diverse dagli attaccanti finora a disposizione.  A livello di gerarchia ci sono due compagni davanti a lui epoche hanno lavorato molto bene finora e che dal suo a arrivo saranno spingendo ancora di più perché lui è un professionista che si allena alla grande. Sono convinto che potrà togliersi belle soddisfazione con questa maglia. Gli manca il ritmo partita perché anche lui non gioca da ottobre. L’amichevole della prossima settimana è stata organizzata anche per poterlo vedere di più”

Rispetto per Sabbatini

-Per tornare su questioni extra campo parliamo del contratto di Sabbatini. Al momento non si hanno novità. La cosa ti preoccupa visto che si tratta del capitano e di un elemento faro della squadra?
“E’ una situazione societaria che deve essere gestita, penso, con grande rispetto. Sappiamo quanto sia stato importante Jonathan in questi anni a Lugano e ancora oggi è l’elemento della rosa con il maggior minutaggio. Quando non è partito titolare, come nelle ultime partite,  è poi subentrato in campo con grande professionalità e ha sempre aiutato la squadra ad andare a vincere che è quello che gli chiediamo. Non é facile per lui il momento, questa fine del contratto è normale che sia nei suoi pensieri ma spero che venga risolta al più presto per il rispetto della persona prima ancora che del giocatore che comunque è importante.”

Sei nazionali e tre di picchetto

-Hai il dato definitivo dei nazionali che perdi nei prossimi giorni o non ancora?
“Sono stati convocati: Celar, Steffen, Bislimi, El Wafi, Marques e Hajdari. Poi ci sono tre giocatori di picchetto: Macek (che per la prima volta è stato pre-convocato per la nazionale ceca e questo è un motivo di orgoglio per tutto il club e per il ragazzo  per il lavoro che ha svolto dopo i numerosi infortuni). E inoltre Hajrizi e Vladi di picchetto per il Kosovo

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