Tami: continuare a giocare così
Il giorno dopo la beffarda eliminazione dalla Coppa svizzera ai rigori, il Grasshopper torna sulla strada dei bianconeri tra due giorni in campionato, ma stavolta a Zurigo. La conferenza stampa del tecnico bianconero Pier Tami si inizia con una domanda sulle scorie della sconfitta di giovedì sera: teme più quelle a livello fisico o mentale?
“Non so mentalmente come reagiranno i giocatori. Ieri sera la delusione era tanta perché non abbiamo perso la partita ma loro sono stati più bravi nell’appendice dagli undici metri. E siccome in Coppa una squadra deve passare, è successo a loro grazie ai rigori. Sulla partita abbiamo fatto quello che dovevamo, l’abbiamo fatta noi, giocando con la giusta mentalità e pazienza. Se c’era una squadra che ha cercato la vittoria sia nei tempi regolamentari sia nei supplementari questa è stata il Lugano. Non siamo riusciti a vincere e da lì si è arrivati ai calci di rigore. Questo è quello che dirò alla squadra. Dobbiamo andare al Letzigrund sperando che, giocando in casa, il GC proverà a mettere un po’ il naso oltre la metà campo, ci lasci qualche spazio per realizzare. Si tende sempre a esaltare chi supera il turno ma non mi sento di criticare i ragazzi, hanno fatto quel che dovevano.”
-Ieri sera Yakin vi ha un po’ sorpresi partendo con la difesa a quattro, pensi che domenica tornerà alla tradizionale linea difensiva a tre?
“E’ poco importante se si schierano a tre o a quattro, perché loro difendono in undici. Mi aspetto che anche a Zurigo difenderanno in undici; questo atteggiamento gli sta dando grandi soddisfazioni dal profilo del risultati in questo momento e non credo che rinunceranno. Penso che alla lunga sarà difficile, ma ora dimostrano di saper convivere con la sofferenza calcistica e di tener duro sino al termine delle partite, in questo esercizio sono veramente forti, così come nel gioco aereo. Veramente come si schiereranno è l’ultima delle mie preoccupazioni. Bisognerà capire come potremo scardinare il loro sistema difensivo molto folto e compatto.”
-Dopo il 3-0 subito a Sion il tecnico del Grasshopper è corso ai ripari rinforzando ulteriormente l’assetto difensivo, forse perché sapeva di arrivare a Lugano contro una squadra manovriera. Ti aspetti quindi che continui su questa strada contro di voi?
“Hanno cambiato perché a Sion hanno preso gol dopo 5′ e con questi principi e questa filosofia quando vai subito in svantaggio salta tutto. Poi chiaramente mancava un giocatore come Jeffrey che non è sostituibile per come interpreta il ruolo di punta. Ma il GC ha giocatori di temperamento e grande corsa, bravi a fare pressione sul portare avversario e a dare la caccia al pallone. Contro di loro se non sblocchi la partita è una squadra che diventa vieppiù pericolosa, infatti in casa hanno vinto alcuni match, penso al 2-0 col Thun, sbloccando la situazione a partire dal 70′, prima né l’una né l’altra squadra non avevamo tirato in porta. Poi hanno qualità individuale, elementi che tecnicamente possono sbloccare il risultato in qualsiasi momento. Senza dimenticare le palle ferme contro le quali abbiamo difeso benissimo ieri sera: hanno saltatori come Vilotic, Basic, Bergström e Avdjiaj che possono fare male. Abbiamo migliorato: dallo 0-3 siamo andati allo 0-0. Ieri sera siamo andati in crescendo, nel primo tempo avevamo qualche difficoltà a trovare le giuste misure e le contromisure, senza lasciare loro spazio ma senza nemmeno creare noi pericoli. Nella ripresa invece c’è stata continuità nel gioco e nella prestazione e lo stesso dicasi per i supplementari. Da questo di vista non ho niente da rimproverare ai ragazzi”.
-Visto che dal profilo difensivo e sulle palle alte non ci sono stati problemi, dove dovrete migliorare domenica, cosa dirai ai giocatori nello spogliatoio?
“Di continuare così perché solo in questo modo si può svoltare. Sono dell’avviso che non è solo una questione di fortuna però devi sempre provarci con la giusta convinzione, cosa che ieri ho visto peraltro. E’ chiaro che un gol può rompere gli equilibri, tenendo presente che contro queste squadre è anche importante non subire reti se no il compito diventa ancor più difficile. Ieri, ripeto, non abbiamo concesso nulla al GC, a parte una ripartenza nel primo tempo.
-Da Costa è rientrato ieri dopo alcuni giorni di pausa: era importante fargli capire qualcosa?
“E’ rientrato perché quando l’avevo tolto l’avevo visto un po’ in difficoltà non sul piano tecnico ma perché percepivo un certo disagio, cosa che è rientrata già la settimana successiva. Sarebbe stato già pronto per lo Young Boys ma avevo deciso di confermare Jöel perché in EL si era comportato bene. Nelle ultime partite veramente la squadra sta concedendo poco o nulla agli avversari, già a partire da San Gallo, poi col Beer Sheva e con l’YB che ha trovato gol solo su punizione da fuori area. L’unica vera occasione che abbiamo concesso è stato il raddoppio dei gialloneri quando ci siamo fatti trovare impreparati.”
-Pensi di apportare qualche cambiamento alla formazione visto gli sforzi e lo stress di ieri sera?
“Questo saranno i prossimi due giorni a dirlo. Penso che qualcosa cambieremo: il dilemma è sempre se accontentarsi di portare a casa un punto: ieri sera se fosse stato campionato avremmo mosso la classifica. Noi vogliamo la posta piena ma fino a dove siamo disposti a scoprirci e a rischiare per ottenerli? Loro aspettano solo di infilarti in contropiede anche se giocano in casa. Avevo già detto prima della partita di ieri che sarebbero state due gare bruttine, per vedere spettacolo bisogna volerlo in due. Ieri lo spettacolo non è stato un gran ché ma non per colpa del Lugano.”
-Chi è il vostro rigorista?
“Sabbatini che ha segnato contro il Thun l’unico rigore che finora ci è stato concesso. Continuerà lui, non ho nessun tipo di dubbio, né rimprovero da muovere ai rigoristi. Li avevamo allenati ma non credo che ciò serva in partita. Non puoi ricreare in allenamento la situazione emotiva che ti si presenta in semifinale di Coppa.”
-Gerndt ieri l’hai sostituito, ti aspetti di più da lui?
“No, lui dà il massimo. Devo accettare che a volte il massimo di ognuno é ottimo e a volte non è sufficiente. Il più deluso è lui anzi devo dirgli che fa parte della vita e dello sport che a volte segni chiudendo gli occhi e a volte sbagli davanti alla porta”.
-E Marzouk?
“Lui è salito in Super League con tanto entusiasmo: certi suoi sbagli, criticati anche pesantemente dal pubblico e della stampa, l’hanno condizionato, è un apprendistato che devi vivere e superare. Come? Lavorando e non lasciandoti abbattere. Avrebbe bisogno di entrare in una partita e fare quelle due o tre cose che ti diano morale. A volte basta poco per girare una situazione che ti sembra catastrofica ma non lo è. Deve essere bravo e capace a provocare questi segnali positivi”.
-E di Culina che si può dire?
“Mi ha fatto piacere rivederlo in campo, il suo problema numero uno è che gli manca la competizione e il numero due è che in questa situazione non posso dargli più di spazio. L’ideale sarebbe poter fare una preparazione completa, visto che non può giocare nemmeno con la U21 che è ferma, mentre noi non possiamo organizzare amichevoli visto gli impegni ravvicinati che abbiamo. Mi ha fatto piacere che questa settimana, pur avendo perso un paio di allenamenti per acciacchi, si è subito ripreso. Ciò mi lascia sperare che le pause siano più corte, ma non è ancora al livello che tutti vorrebbero.”
-Uno in grande crescita sembra Rouiller.
“E’ vero: Steve è uno dei più positivi, quello che mi piace è che sta dando continuità alle qualità che ha sempre avuto. Adesso è sempre concentrato, cattivo, impegnato, determinato e coraggioso nel suo gioco. Ancora ieri ha dato grande spinta sulla fascia.”
-Siete fuori dalla Coppa e dall’Europa League, non vi resta che il campionato.
“Quando abbiamo iniziato la stagione sapevamo che eravamo impegnati su tre fronti e ora da due siamo fuori. Ma possiamo dire di averle onorate ambedue. Sia l’EL, anche se ci manca una partita, sia la Coppa svizzera per come siamo usciti sono state onorate. Il Lugano non può arrogarsi il diritto e avere la presunzione di dire andremo avanti in Europa e vinceremo la Coppa. Lo può forse fare il Basilea, ma non noi. Era legittimo sperare di tentare di andare fino in fondo ed era giusto scendere in campo con questa ambizione. Come dico sempre c’è modo e modo di perdere e di uscire da una competizione. Ci resta il campionato che, guarda caso, vi dico che è il più importante di tutti. Voglio vincere il più possibile”.