Tami: competitivi anche senza Janko
Domenica 4 febbraio il Lugano riprende il cammino in Super League. Va in scena la seconda giornata del girone di ritorno e i bianconeri sono di scena addirittura a Basilea, contro i campioni svizzeri che non fanno mistero di voler conquistare l’ennesimo titolo. Alla vigilia del match il tecnico Pier Tami ha incontrato come tradizione i giornalisti. La prima domanda ha riguardato l’eventuale arrivo dell’attaccante Janko. Lapidaria la risposta dell’allenatore.
“Non posso rispondere perché non ho novità: so che sono partiti ieri per Praga ma non ho comunicazioni in merito”.
-La disturba un po’ la situazione “arriva non arriva”?
“No, non posso dire che non mi importa ma so che la società con il presidente sta cercando di fare il possibile per portare a Lugano la prima punta della quale tanto si è parlato ma da parte mia e dello staff la concentrazione è solo sui giocatori che abbiamo a disposizione. L’avevo detto: sono contento degli elementi che ho in rosa e non chiedo nessuno, se arriva un giocatore come Janko tanto meglio ma se non arrivasse abbiamo i mezzi per far bene comunque. Siamo concentrati sul Basilea e sulla preparazione, quando riprendi dopo una pausa lunga non sei mai al cento per cento, è un problema di tutte le squadre. Adesso si comincia a fare sul serio con le partite vere che ti fanno raggiungere il miglior livello”.
-A parità di preparazione corta il fatto di dover affrontare subito il Basilea è un vantaggio visto che non avranno punti di riferimento oppure restano i più forti specie sul loro campo?
“Ho brutti ricordi della partita a Cornaredo contro i renani e invece ho buoni ricordi di quando abbiamo giocato là. Quindi mi piacerebbe rivedere questo tipo di prestazione con un Lugano che a Basilea ha giocato alla pari se non meglio degli avversari a tutti i livelli. Fisicamente non siamo al massimo ma anche loro non lo saranno, a livello di mercato hanno cambiato molto, sono partiti un paio di giocatori importanti ma sono arrivati elementi di grande valore ed esperienza, penso in particolare a Fabian Frei e a Valentin Stocker. E’ un buon test perché l’unico neo della nostra preparazione è stato che le avversarie delle ultime due partite di preparazione non erano all’altezza per poter vedere esattamente a che punto siamo.”
-Avresti fatto altre scelte quanto alle amichevoli di preparazione?
“Volevo soprattutto che l’ultimo test fosse contro un avversario importante, c’erano difficoltà però perché non volevo viaggiare e tutti i campionati erano già in corso e non trovavamo avversari, le altre squadre di Super League non hanno giocato tra di loro. Poi mi è dispiaciuto che il Wil, nostra ultima avversaria, abbia giocato un’amichevole il giorno prima. Al di là di questo abbiamo affrontato la gara in modo serie e impegnato. Si tratta di vedere se questo livello e queste prestazioni basteranno contro avversario di rango.”
-Il fatto di vedere che la società sta facendo sforzi per portare ad esempio un campione come Janko ti dà fiducia per il rinnovo contrattuale?
“Ma io ho già fiducia nella società. Quello che mi fa piacere è che il Lugano sta trattando elementi importanti che in passato non avrebbero nemmeno considerato l’eventualità di venire a giocare in Ticino. Siamo un po’ fuori dal panorama svizzero, lo si è visto anche lunedì con gli Swiss Award: per me è ridicolo che ci fosse solo un bianconero nelle nomination quando la squadra è giunta terza in campionato e ha fatto 9 punti in Europa League. Sembra che dietro a Young Boys e Basilea si fermi il calcio in Svizzera. Per fortuna invece i giocatori oggi considerano Lugano come una tappa importante nella loro carriera”.
-Pensi di avere un merito in questo?
“No penso che il merito sia tutto della società e del presidente che ha dato continuità e solidità al progetto Lugano. Oggi parlare di SL ed esserci tra le dieci squadre è qualcosa di importante, è come l’Atalanta che sta facendo un campionato stupendo ed è settima come noi ma qui si parla di retrocessione. Stiamo facendo un buon percorso pur con tutte le difficoltà che anche il presidente esprime nel condurre una società nello sport-business di oggi, ma lui sta dando una continuità al progetto”.
-Nel ritorno vi aspettate una risposta maggiore dal pubblico?
“Dobbiamo metterci del nostro, se facciamo un calcio piacevole che ci diverte e può divertire chi assiste alle partite la gente viene. So che culturalmente qui, come in Italia, arriva il risultato prima di tutto ma per me anche il modo è importante. Se vogliamo fare lo step successivo e cioè che l’ottimo risultato sia frutto non della coincidenza ma della prestazione e possa essere ripetuto nel tempo, lo si può fare con un impianto di gioco e giocando bene. Se sappiamo fare questo un po’ più di pubblico penso possa arrivare, certo che quando avremo strutture che ci permettono di ospitare nel miglior modo partite di SL la gente arriverà sicuramente”.
-A livello di effettivi tutti sono a disposizione?
“E’ certamente assente Ledesma che domenica sarà squalificato ma che ha un infortunio che lo terrà lontano dai campi qualche settimana. Pure Mihjalovic è incerto: ha avuto problemi a un ginocchio in un contrasto in allenamento”.
-Qual è stato il colpo di mercato della Super League in questo inverno?
“Losanna con il passaggio di proprietà e i movimenti che ha fatto fa capire che c’è un rinnovato e grande entusiasmo, tra l’altro è in arrivo un nuovo stadio. Andare a prendere il capocannoniere da una squadra diretta concorrente esplicita gli obiettivi che hanno. Il Basilea poi è sempre avanti, è campione nei movimenti di mercato: è grande in Svizzera e più piccolo in Europa ma fa sempre ottime operazioni sia in uscita sia in entrata: sono i numeri uno. Lo Young Boys si è mosso poco perché sta già bene così. Gli altri hanno fatto più delle scommesse.”
-In chiave lotta contro la retrocessione cambia qualcosa?
“No, ci sono sempre otto squadre coinvolte, il mercato non ha portato grossi cambiamenti. Si lotterà sino alla fine”.
-Il fatto che Rapp abbia scelto Losanna è una questione economica, di appel o d’altro?
“Penso che l’offerta fatta dai vodesi (in primo luogo per l’acquisto dal Thun) sia stata importante, non so poi le ragioni della scelta del giocatore. Penso che abbia fatto un buon trasferimento in ottica futura, visto il progetto ambizioso della società vodese: stanno costruendo in tutti i sensi.”
-Voi non avete pensato di fargli un’offerta per ragioni economiche?
“Il mercato del Lugano è stato soprattutto in uscita, bisognava sfoltire la rosa. E’ entrato Krasniqi, giocatore interessante specie in prospettiva, ma sono partiti due attaccanti come Marzouk e Culina. Non c’era spazio per pensare ad altro.”
-Non avete troppi attaccanti se arriva Janko?
“Puoi trovare soluzioni, dipende dal modulo o da altre situazioni. Abbiamo centrocampisti che possono giocare in più ruoli. Janko ha caratteristiche completamente diverse, poi andrà verificato. Abbiamo negli occhi il giocatore di Basilea ma negli ultimi sei mesi ha giocato meno a Praga. Però sarà importante visto che nel gioco aereo siamo lacunosi, dobbiamo andare in gol con palla a terra e con molti giocatori che supportano la fase offensiva, rischiando quindi il contropiede avversario.”
-Manicone potrà avere maggior spazio?
“Sia lui sia Guidotti sono cresciuti dal punto di vista fisico in questi sei mesi. Uno degli obiettivi è far trovare spazio a questi ragazzi, quanto dipenderà anche da loro in funzione delle prestazioni sia in campionato sia nelle amichevoli, ne faremo di più in settimana anche per vederli all’opera”.