Renzetti: basta guardare al passato
Per chi non avesse potuto seguire la diretta o non avesse visualizzato il filmato sulla pagina Faceboock del FC Lugano (più di 5000 persone finora) pubblichiamo di seguito una sintesi di quanto detto dal presidente Angelo Renzetti nel corso della conferenza stampa tenutasi mercoledì alle 14.15 a Cornaredo.
“Ho invitato anche i rappresentanti della squadra (il capitano Sabbatini e il vice capitano Sulmoni) e il responsabile dell’Area tecnica Giovanni Manna visto che l’allenatore è all’estero per impegni precedentemente presi, per mostrare che siamo uniti e che tutti vogliamo remare nella stessa direzione. In queste quattro mura desiderano fare qualche riflessione. E’ un momento difficile, sotto gli occhi di tutti, una stagione che pensavamo fosse come una festa, di gratificazioni per quanto fatto lo scorso anno con una bella cavalcata e un pieno di adrenalina. Poi nello spazio di un mese e mezzo tutto ci precipita addosso, come una valanga che si ingrossa più il tempo passa. Io da solo questa valanga non riesco a fermarla. Ho bisogno dell’aiuto di tutti della squadra, dello staff, del pubblico e dei mass media.
Vorrei ricordare da dove siamo partiti: siamo una società che ha un budget di un’importante squadra di Challenge League ma stiamo giocando in Super League e in Europa League. Tutte cose che sapevamo, ci si crogiolava anche, è una bella sensazione fare Davide contro Golia, poi però ci si scontra con la dura realtà. Non è solo questione di risultati negativi, di mercato e delle altre cose che si dicono ma anche da fatti oggettivi. Mancanza di pubblico a Cornaredo che non ci aiuta economicamente, trasferimento a Lucerna a pagare uno stadio un milione di franchi. Senza dimenticare che giochiamo con lo Steaua Bucarest e non incassiamo nemmeno i soldi della trasferta, c’è il Gottardo chiuso, nessuno che ci dia una mano. Siamo veramente messi male per certi versi.
Ci sono problemi che nascono anche dal momento brillante vissuto in primavera della squadra: i giocatori hanno fatto risultati e pretendono giustamente gratificazioni e aumenti. Per me è avvilente come un padre al quale il figlio fa una richiesta che non può essere soddisfatta. Mi dispiace: non sono contro chi mi chiede l’aumento, è normale e umano cercare di guadagnare di più in ogni mestiere. Ma io sono solo alla guida della società. Il consiglio di amministrazione del FC Lugano è Renzetti-Renzetti-Renzetti, Angelo-Angelo-Angelo. Non parlo di condizione economica, non ho mai chiesto soldi a nessuno. Chiedo che ci si renda conto che abbiamo una società e una squadra che stanno facendo qualcosa di più grande di loro, tra virgolette. Non dimentichiamoci mai le radici: il Lugano era scomparso e ora sta facendo la Coppa Europa. E lo so anche io che manca la punta, manca questo o quest’altro. Uno può discutere tutta la vita di questi problemi: se la punta è buona, se il Napoli gioca bene senza punte, se il Basilea adesso che non ne ha non è primo in classifica. Ma l’aiuto che chiedo a tutti, giornalisti compresi, è di non star lì a sottilizzare su cosa manca ma di fare in modo di salvare il Lugano che è un bene di tutti, della città, dei tifosi e dei giornalisti. Se non ci fossero i bianconeri in serie A, il calcio interesserebbe molto meno in Ticino.
Ho una certa età, qualcosa nella vita ho fatto, ho preso anche tanti schiaffi, ma ho ancora il coraggio di portare avanti la società e volevo chiedere un minimo di sensibilità verso chi fa enormi sacrifici e verso una squadra che ha fatto di più di quanto le si potesse chiedere. Non dico che non dovete scrivere che uno ha giocato male o meno bene, ma non stiamo a ripetere quotidianamente che manca qualcosa, concentriamoci su quello che c’è. Siamo una squadra che per andare a comperare un giocatore tra stipendio, oneri sociali, strapparlo a un altro club dovrebbe spendere almeno il 20% del budget annuale. E’ assurdo. Dobbiamo cercare opportunità e non sempre ci si azzecca. Poi, al di là di tutto, il nostro problema non è tanto tecnico quanto mentale. Siamo stati veramente sfortunati: oltre a tutte le problematiche avute in EL che ci consumano energie, abbiamo avuto situazioni avverse, mi riferisco alla partita con il San Gallo dominata e interrotta dalla pioggia o quella con lo Zurigo con un gol regolare annullato. Evidentemente ci abbiamo messo anche del nostro: io però dico che per nessuno è facile gestire situazioni del genere. Quando perdi una partita dominata tutto il tempo e poi un’altra nello stesso modo, una per un errore marchiano che di solito non commetti, diventa difficile gestire la situazione in un campionato di sole dieci squadre. E con un tecnico nuovo che anche lui è una persona e quindi può sbagliare o avere un’ansia di cambiare moduli o giocatori. Anche io ho sbagliato tantissimo e adesso cercherò di non più farlo. Non prenderò più posizione perché anche io devo fare un passo indietro.
L’incontro di oggi vuole essere un’occasione per riflettere su tutto questo. Anche io mi sono un po’ esaltato per i risultati, magari ho la lingua sciolta quando l’adrenalina del post partita si fa sentire. Penso che la squadra abbia capito che a sua volta un passo indietro deve farlo: siamo in difficile e bisogna dare, non pretendere. Lo staff pure. Non intendo e non mi è mai passato per la testa di cambiare allenatore. I nomi che girano (Seedorf ecc) sono di gente che si fa viva, che chiede appuntamenti o che mi manda messaggi. Ma questo è il calcio o meglio la parte brutta di questo sport, fatta da procuratori che propongono, allenatori alla ricerca di panchine, da frustrati invidiosi di chi si dà da fare o appare sui giornali. Però e lo dico chiaramente io lo staff non l’ho mai messo in dubbio. Nella mia esperienza di presidente e di calciatore uno staff così serio, per bene e che lavora così non l’ho mai visto. Sono consapevole che nel calcio ci vogliono anche altri fattori e l’abbiamo visto lo scorso anno con Tramezzani, quando fuori dal campo è stato quello che è stato ma in campo alla sua maniera ha creato una situazione idilliaca. Poi giocatori che vanno e vengono. Non penso che dipendevamo da Sadiku e da Alioski. Avevamo un tipo di gioco che esaltava le loro caratteristiche tant’è che Sadiku ha giocato poco a Zurigo e poi è stato ceduto, adesso gioca in Polonia e anche lì non è che faccia faville. Alioski è un ragazzo eccezionale con un grande temperamento e ci è esploso in mano: l’abbiamo preso come terzino e venduto da punta. Ma anche lui nella serie B inglese ha fatto un solo gol finora. Non c’è matematica: una punta può fare anche 20 reti in una stagione e l’anno seguente ne realizza cinque.
Veramente vi chiedo di non parlare più del passato ma di concentrarvi sul presente. Dobbiamo tirarci assieme. La Super League è un bene troppo prezioso per Lugano, per i ticinesi e per tutti noi. Avanzare guardando nello specchietto retrovisore fa veramente male a tutti”.
Foto: TiPress