Pier Tami: vogliamo fare risultato

Al termine dell’allenamento di rifinitura di venerdì mattina, Pier Tami ha incontrato i giornalisti nella sala stampa di Cornaredo. La prima domanda ha riguardato la pausa per le nazionali. Ci voleva?

“Sì perché mi sono reso conto che abbiamo finalmente potuto lavorare su aspetti che nell’ultimo mese e mezzo avevamo dovuto tralasciare. L’allenamento è ridiventato l’aspetto centrale della settimana, cosa che non succedeva più da parecchio tempo. Nell’ultima pausa avevamo fatto molto lavoro fisico, stavolta abbiamo sì curato la condizione ma fatto anche tanto lavoro tattico, lavorando sui principi offensivi e difensivi che nell’ultima partita contro lo Zurigo non avevo più visto. Era importante riproporre questo tipo di lavoro per rimettere l’attenzione sugli aspetti tattici, non parlandone solamente ma esercitandoli  sul campo.”

-Per quanto riguarda gli uomini a disposizione ho visto che Jozinovic e Guidotti sono indisponibili, Culina, Kovacic, Manicone e Milosavljevic andranno con la U21, tutti gli altri sono arruolabili: hai già un’idea di formazione in testa?

“C’è anche Junior che ha un risentimento e dobbiamo valutare se prenderci o meno dei rischi. Gli altri stanno bene e sono a disposizione. Un’idea di formazione ce l’ho. Abbiamo lavorato anche alcune varianti tattiche. Va detto che l’ultimo periodo, al di là dei risultati negativi, è stato importante perché abbiamo visto quelli che possono essere le difficoltà degli impegni ravvicinati, ma l’integrazione dei nuovi giocatori, non avendola potuta fare attraverso amichevoli o in allenamento, l’abbiamo fatta nelle partite. Nell’ultimo mese  se guardate le formazioni, abbiamo cambiato tanto: si imponeva l’inserimento di determinati giocatori. Oggi abbiamo qualche conoscenza in più e questo spero ci permetta di visualizzare e concentrarci sul nostro obiettivo principale.”

– Psicologicamente quanto vi ha fatto bene fermarvi due settimane?

“Ci ha fatto molto bene perché a Zurigo, in una partita che se la rivediamo non è che loro abbiano fatto stravedere, ma è finita 3-0, tutti gli episodi ci sono costati cari e quando gira così c’è anche un perché. Secondo me nel nostro gioco, che tanto è piaciuto e ci piaceva, ci vuole partecipazione corale di tutti gli undici, oltre a coraggio,  iniziativa e fiducia. Elementi che sono mancati nelle ultime uscite. Se riguardiamo certi episodi noi usciamo perdenti in taluni duelli e in qualche scelta perché c’è mancato quel coraggio e quell’iniziativa che prima erano totali. Se vogliamo giocare questo tipo di calcio dobbiamo farlo tutti insieme, con fiducia e personalità. Se ce l’avevamo fino a un certo punto della stagione vuol dire che è nelle nostre corde e lo stesso dicasi per la fiducia: fa parte del bagaglio tecnico di un giocatore che deve riuscire a fare bene ma soprattutto a confermare il bene che ha fatto.”

-Hai parlato del punticino da guadagnare a ogni partita, è cambiato qualcosa quindi da inizio campionato quando volevate giocare bene e puntavate sempre alla vittoria?

“Non dobbiamo fraintenderci: noi continueremo a cercare la vittoria e dare il massimo per portare a casa i tre punti. Però abbiamo perso delle partite, penso soprattutto a quelle di Europa League ma non solo, nelle quali abbiamo mal gestito le situazioni. Non puoi dominare l’avversario novanta minuti…  Dobbiamo imparare che in determinate situazioni la palla spedita in tribuna non é sbagliata, può essere la scelta migliore da fare in quel frangente. Quindi la lettura della situazione, cosa fare, quando farlo e dove farlo è importante, al di là che dobbiamo continuare a giocare con la nostra filosofia di gioco che ci ha dato soddisfazioni e sono convinto che altre ce ne darà.  C’è il momento che domini l’avversario e quello in cui sei dominato e devi avere spirito di sacrificio, difendendo con i denti l’area e la porta. Accontentarsi del punto, tra virgolette, fa parte del gioco: non dobbiamo mettere a rischio il risultato per la sola idea che devi uscire palla al piede dai tuoi sedici metri. Ci sono momenti in cui lo puoi fare e altri in cui non lo devi fare. Ci sono grandi campioni alla Chiellini che quando c’è da spazzare o da menare lo fa e quando invece bisogna fare la giocata la fanno. Errare è umano, perseverare è diabolico. Abbiamo commesso egli errori, impariamo a non ripeterli.”

-Il Basilea non è più o non è ancora quello degli ultimi anni: dove credi vi possa mettere in difficoltà o dove potete voi complicargli la vita?

“Da un certo punto di vista il Basilea non è quello dello scorso anno ma potrebbe rivelarsi addirittura più pericoloso. Quando riescono a fare quello che hanno in mente sono fortissimi, se ne è accorto anche il Benfica: non vinci 5-0 in Champions League se non hai grandi valori tecnici e tattici. La squadra dell’anno corso non vinceva 5-0 in campo europeo. I renani possono avere dubbi se siamo bravi a crearglieli. Al St. Jakob avevamo fatto una buona partita ma sbaglieremmo se ripartiamo da lì. Siamo in una situazione diversa, loro sono in piena fiducia per gli ultimi risultati e noi invece l’avevamo persa viste le ultime gare. Domani mi aspetto di vedere che la fiducia di voler provare a fare le nostre giocate sia tornata, che il coraggio sia tornato anch’esso perché altrimenti qui sì che sarebbe complicato. Cambiare rotta adesso sarebbe deleterio. Ben sapendo che domani c’è il Basilea ma noi dobbiamo giocare col coltello tra i denti tutte le partite di qui a dicembre. Non è un problema fisico, dal punto di vista della corsa, del recupero, delle energie possiamo farlo: dobbiamo essere capaci di dare continuità alle prestazioni anche giocando ogni tre giorni. Ho dei giocatori intelligenti e determinati e spero che quanto vissuto nell’ultimo mese sia stata una lezione per tutti. Domani bisogna fare risultato, non solo la prestazione.”

-E’ tornato in squadra dopo un lungo infortunio Marco Padalino: è un elemento ai margini, è tenuto in considerazione?

“Ha sempre qualche piccolo acciacco. Oggi come oggi riveste una funzione importante anche nello spogliatoio. Ha una condotta da vero professionista e da l’ esempio ai giovani e a tanti altri. C’è stato un momento in cui stava meglio fisicamente e poteva essere ripresentato, poi le priorità sono cadute su elementi nuovi da provare e inserire. Attualmente non sta benissimo ed è più difficile integrarlo nei 18. Sta facendo bene il ruolo da chioccia nello spogliatoio”.

-Milosavljevic e Culina che giocatori sono per questo Lugano, arriverà il loro momento?

“E’ un discorso diverso. Culina viene da un lungo infortunio. A sprazzi vedo il suo valore e ne avremmo bisogno come il pane di un elemento simile. Il problema è che non gioca da tanto tempo, gli manca la qualità agonistica che ti viene solo giocando. Ma io non gli posso dare partite e minuti solo per fargli ritrovare le migliori sensazioni. Avrebbe bisogno di giocare con regolarità, settimanalmente e per 90′. Quindi diventa un problema: dovresti anche accettare che faccia prestazioni non all’altezza. Ha delle giocate che -mi dico- sarebbe un acquisto veramente importante, ma non posso dargli più tempo in Super League. Lo mando nella U21 però è chiaro che sono partite di Seconda interregionale. E’ meglio che niente, deve ritrovare le giuste sensazioni e la fiducia e per il momento le vediamo a sprazzi anche nella U21. Il suo valore non si discute: lo vedi negli esercizi su campo ridotto, ha calcio, destro e sinistro, fa dei movimenti importanti, quando abbiamo la palla Culina è interessantissimo, lo deve diventare anche quando il pallone è in possesso degli avversari. Sono il primo ad aspettarlo ma deve dare continuità al suo gioco. Per quanto riguarda Milosavljevic gli ho dato diverse opportunità. La sua integrazione è più complicata del previsto, al di là che il calcio ha una lingua universale, il fatto è che non riusciamo a parlargli e non riesce a comunicare con i compagni perché non sa l’ italiano né l’ inglese e bisogna sempre andare tramite un compagno. Sono convinto che abbia dei valori ma anche lui deve dare segnali di integrazione al cento per cento. Lo spogliatoio è disponibilissimo, ma per il momento, per tante  ragioni, sta facendo fatica:  l’ho provato in diverse posizioni e con vari compagni. Tutte queste prove le abbiamo fatte in partite vere perché di amichevoli da Chievo via non ne abbiamo più fatte. E non mi sono arrivate le risposte che mi attendevo. Mostra anche lui il suo valore a sprazzi: e anche lui avrebbe bisogno 4 o 5 partite di continuità, ma in questo ruolo ci sono giocatori come Mariani, Sabbatini, Piccinocchi, Ledesma, Vecsei: quindi la concorrenza è tanta e di qualità. In questo mese e mezzo abbiamo dato l’opportunità a tutti e ora aspetto segnali dai giocatori quando sono pronti.”

 

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