"Occhio allo SLO squadra compatta e brava a ripartire"

“Occhio allo SLO squadra compatta e brava a ripartire”

La novità emersa dall’allenamento di rifinitura di venerdì mattina, in vista del match del giorno seguente a Losanna, è il forfait di El Wafi, tornato dagli impegni con la nazionale egiziana con un affaticamento muscolare. Precauzionalmente lo staff bianconero ha preferito non convocarlo per la partita contro lo SLO.  Anche Belhadj è rientrato dalla nazionale con un sovraccarico all’anca destra e dovrebbe tornare a disposizione il 6 aprile per la trasferta di Winterthur. Sempre per quella partita potrebbe tornare a disposizione anche Valenzuela che soffre di una lesione al soleo della gamba destra.  Quanto a Vladi, che dieci giorni fa in allenamento ha riportato una distrazione al polpaccio destro, si sta riprendendo: l’obiettivo è recuperarlo per la sfida casalinga di martedì 2 aprile contro il Basilea. Infine le condizioni di Mattia Bottani, che aveva riportato una lesione di basso grado ai flessori della coscia destra, verranno rivalutate la settimana prossima. 

Lo SLO ci crede ancora 

Questi aggiornamenti sono stati forniti in apertura della conferenza stampa che ha fatto seguito all’allenamento del mattino e preceduto la partenza della comitiva bianconera alla volta della Svizzera romanda. I giornalisti hanno fatto presente a Mattia Croci-Torti come casualmente la partita con lo SLO arrivi dopo una pausa, com’era stato il caso in gennaio quando i vodesi si erano sorprendentemente imposti a Cornaredo. E’ arrivato il momento della vendetta?
“Speriamo di aver capito la lezione. Quello che non mi era piaciuto l’altra volta era stata l’attitudine da parte di tutto il gruppo nei primi venti minuti. A fine partita avevo recitato il mea culpa: non ero riuscito a far capire ai miei giocatori cosa volesse dire affrontare lo Stade Lausanne in quel momento. Adesso spero di averlo fatto capire: lo SLO delle ultime sei partite ne ha perse solo due, una di queste al 92′ contro il San Gallo, l’altra di misura contro l’YB con gol al 79′. Non sono una squadra materasso, due settimane fa perdevano due a zero a Zurigo e sono riusciti a pareggiare. L’ultima partita in casa l’hanno vinta contro il Lucerna, dunque non andiamo certamente ad affrontare sul suo terreno una squadra che ha già concluso il campionato. Anzi, viste le ultime prestazioni, avremo di fronte un avversario che ci crede ancora ed è giusto che lo facciano, domani cercheranno  di dare il tutto per tutto.”

Recuperati Aliseda e Doumbia

-Prima della pausa per le nazionali aveva finito il filotto di partite con il sorriso e con una squadra praticamente al completo. Ora riparti con cinque assenze, cosa è successo, qualcosa è andato storto?

“Non è la situazione ideale in cui speravamo di essere oggi. Però ci sono anche cose positive come il rientro di Doumbia. La settimana scorsa avevo ricevuto tante critiche dopo l’amichevole di Parma il cui risultato non ha sicuramente fatto piacere né a me né ai tifosi né a nessuno. Ma per quanto riguarda il contenuto è stata una partita importantissima nella quale abbiamo recuperato Aliseda dal primo minuto oltre a Doumbia, altro giocatore importante. Inoltre abbiamo dato minuti a Kacper Przybylko che era la prima volta che giocava, a Espinoza e Babic che mancava da tanto. Questo test ci ha aiutato ad arrivare al match di domani con molte più certezze. Per quel che riguarda gli infortuni sono tutti di non grande durata; purtroppo El Wafi e Belhadj sono tornati malconci delle partite con le loro nazionali non è una circostanza positiva ma sono cose che succedono in tutti i club del mondo. Peccato aver perso Bottani e Valenzuela nella sfida contro l’Yverdon, stavano bene ma sono sicuro che saranno di nuovo con noi a breve per preparare al meglio questo finale di stagione che potrebbe veramente essere incandescente.”

Test utile al di là del risultato 

-A proposito dell’amichevole  di Parma se n’è parlato forse troppo…

“Io non ho dormito solamente la notte di venerdì. Poi sabato mattina ero a posto,  sono una persona che  mette sempre il rispetto davanti a tutto. Non mi era sembrato giusto far annullare la partita solo perché il giorno prima cinque giocatori avevano dato forfait. Quando avevamo organizzato quella partita sapevamo di avere sette elementi in nazionale, ma con una rosa di 25 pensavamo di poter affrontare al meglio la squadra emiliana. Gli obiettivi erano chiari: dare minuti ad Aliseda (visto anche l’infortunio di Bottani) era importante anche vedere in campo dall’inizio per la prima volta Kacper, così come dare minuti a Babic. Ma soprattutto rivedere Doumbia. Avevamo degli obiettivi e nei primi trenta minuti li abbiamo svolti alla grande, poi siamo andati in difficoltà. Non è bello fare queste figure ma tante volte queste sconfitte ci possono aiutare e spero che il test sia stato da insegnamento. Ma ripeto: per me prima di tutto viene il rispetto e non sono tipo da chiamare il Parma il giorno precedente perché ho perso alcuni elementi, Anzi c’è stato un aspetto un più: si sono visti in campo tre ragazzi cresciuti nel Team Ticino, magari il loro cognome non è Bernasconi ma è tutta gente nata qua. Come Armidzade,  Maslarov e Salvadori alla loro prima o seconda esperienza con la prima squadra. E’ stato bello vederli contro un avversario che quel giorno aveva evidentemente più fame di noi.”

Mantenere alta la tensione 

-In questi giorni, a proposito della vostra situazione in classifica, si è parlato addirittura di una rincorsa alle prime due e al fatto di poter ambire al titolo. E’ un discorso che ci sta, che non dovreste fare, che ti dà fastidio o altro?
“Penso che sia stupido da parte mia iniziare adesso a pensare a queste cose.  Ho la consapevolezza, e lo dico sempre, che abbiamo un’ottima squadra. Ho sentito parlare in questi ultimi giorni di rincorsa all’YB e corsa sul Servette, Purtroppo i punti che abbiamo perso sui campioni svizzeri nel periodo invernale adesso sono difficili da recuperare. Ma fin che sei lì devi giocare ogni partita per vincere, prendere domenica dopo domenica e poi tra cinque giornate vediamo se saremo stati bravi ad avere ancora ottenuto buoni risultati. E ci accosteremo di conseguenza alla poule finale che è una novità per tutti. Nei prossimi decisivi cinque turni chi sta davanti a noi in classifica non avrà sfide leggere ma affronterà gente affamata di punti per giocarsi l’Europa ed è la prima volta che succede. Dobbiamo cercare di arrivare nelle prime sei, due settimane fa qui avevo detto di aver paura del Winterthur perché non molla mai e non é che adesso, solo perché loro hanno pareggiato un match, vengo ad affermare il contrario. Noi non dobbiamo calare di attenzione e tensione per la partita di domani. E’ vero che lo SLO è ultimo in classifica e che il Lugano, nonostante le assenze, è più forte, però bisogna ricordare il percorso dei vodesi nelle ultime giornate  e sottolineare come non abbiamo mai sfigurato. ”

Puntare sul gruppo

-A questo proposito come fai a mantenere l’equilibrio nella squadra. Non fai in tempo a staccarti dal settimo posto vincendo quattro partite di seguito che ora si parla di titolo?

“E’ una cosa a cui non siamo abituati ma che sarebbe bello che capitasse più spesso. Sappiamo che l’YB nell’ultimo mese e mezzo ha raccolto pochi punti e dunque siamo riusciti a recuperare un divario che sembrava incolmabile. Quanto al Servette sta facendo qualcosa di eccezionale, era partito malissimo ma nel secondo e terzo girone sono stati spettacolari, giocano un buon calcio e l’hanno dimostrato anche in Europa. Ma noi siamo lì e dunque adesso non conta venire qua a dire dobbiamo crederci e no. Bisogna riuscire a continuare a fare quello che abbiamo fatto finora, prendere una partita per volta. Sapere che a Cornaredo tra quattro giorni affronteremo una squadra (il Basilea) che vorrà fare di tutto per cercare di essere tra le prime sei. E che tra una settimana andremo sul campo del Winterthur, una squadra che farà di tutto per raggiungerci. Sono tutti scontri diretti, in questi casi bisogna basarsi prima di tutto sulla concentrazione partita per partita e poi sulla forza del gruppo. E’ anche per quello che è stata molto importante l’amichevole di settimana scorsa.”

Più forti di tutti

-Prima hai citato la poule per il titolo e per i posti europei. Non ci saranno più sfide rilassate contro le ultime ma tutte partite al limite della tensione con squadre da primi posti. Hai già stilato una classifica, solitamente il Lugano offre buone prestazioni contro questi avversari, semmai ha perso qualche punto contro chi disputerà la poule salvezza?
“Evidentemente siamo una squadra che  può contare su giocatori a cui piace avere spazio dietro la difesa avversaria. Andiamo in difficoltà contro squadre che difendono molto basso e trovato generalmente più punti contro avversari che ci hanno concesso campo. Quando hai in squadra elementi come Mahou, Aliseda, Steffen e Bottani è normale che quando riparti hai qualità diverse. Abbiamo però ingaggiato una punta come Kacper che in partite come quella di domani ci può dare una grossa mano. Poi nelle sfide della poule conterà tanto l’aspetto mentale: chi avrà piacere di giocarle senza paura e chi ha nelle proprie file elementi che non temono di avere il pallone tra i piedi sarà favorito. Da questo punto di vista -e non penso di sbagliarmi- siamo nettamente più forti di tutti.”

Nessuno si nasconde

-E’ importante anche aver sganciato la squadra dai discorsi di giocare in casa o in trasferta. Dai quarti di finale di Coppa vinti a Basilea avevate davanti dieci partite, sette delle quali in trasferta. Tre di queste le hai gà vinte e ciò ti permette di scendere in campo tranquillamente e di fare la partita anche lontano dal Ticino.

“E’ quello che ho appena detto. Ho giocatori si personalità, a cui piace giocare il pallone e che non si nascondono mai. Abbiamo costruito una squadra che ha anche in panchina elementi che quando sono chiamati in causa non si nascondono. A centrocampo ho ragazzi che vogliono sempre la palla. Secondo me abbiamo costruito una squadra molto interessante da questo punto di vista e anche i giovani -pensiamo a Marques, El Wafi e ad altri- sono tutti elementi che hanno 18, 19 anni, come lo stesso Hajdari e anche loro non  si nascondo mai. Questo ci può aver messo in difficoltà qualche volta quando abbiamo dovuto fare noi la partita contro difese molto basse e c’era la pressione di vincere a tutti i costi, ma quando c’era da giocare a testa alta non ci siamo mai nascosti. E’ uno degli aspetti positivi di questo 2024”.

Capaci di farti male

-Vorrei tornare alla sfida di domani alla Pontaise contro lo tale Lausanne-Ouchy. Il terreno sarà probabilmente pesante e questo forse favorirâ più loro che sono una squadra molto fisica?

“Non sono così sicuro che il terreno sia pesantissimo. Oltre San Gottardo in questi giorni il tempo non è stato pessimo come in Ticino. Ma dello SLO bisogna temere altre caratteristiche. Da quando è arrivato Dionisio sono una squadra molto compatta, che non ha timore di venire a prenderti alta e di aggredirti. Sono molto bravi nel rilanciare l’azione quando recuperano palla. Qui a Cornaredo due reti su tre sono arrivate su ripartenze. Degli ultimi sei gol realizzati in campionati cinque sono nati da recuperi palla nella loro metà campo. Li abbiamo studiati e dobbiamo essere bravi nelle marcature preventive, dobbiamo essere vicini agli avversari quando perdiamo palla. Loro ti concedono di giocare ma sono bravi anche palla al piede. Se guardiamo le statistiche del possesso c’è l’YB al primo posto, noi secondi e lo Stade LS al terzo. Il campo pesante arriva dopo dopo essere e farci trovare pronti.”

Spero di rimanere a lungo

-In un’intervista al “Corriere del Ticino” negli scorsi giorni il presidente del Sion Costantin ti ha affibbiato l’etichetta tutta sua di “allenatore non urbano” ma più “da guerriglia”  e ha detto che non ti vedrebbe all’YB.  Non essere considerato ancora pronto per palcoscenici importanti è una definizione che ti va stretta, ti da fastidio leggere o altro?

“Ogni allenatore e ogni persona deve riuscire ad adattarsi al posto e all’ambiente dove è chiamato a lavorare. Allenare a Sion è diverso che farlo a Berna o a Lugano. E’ molto importante sapersi adattare senza perdere la propria identità. Io rimarrò sempre me stesso, ma le persone intelligenti cercano di adattarsi dovunque vadano ad allenare. Spero di avere trovato qui a Lugano la maniera giusta di comportarmi con la gente e di adattarmi all’ambiente. Lugano è una città a cui sono legato e a cui devo tanto, speriamo di potermi vedere ancora per tanto tempo su questa panchina.”

 

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