Mattia Bottani ieri, oggi e domani

Mattia Bottani ieri, oggi e domani

«Se dovessi dire qualcosa a quel ragazzo intervistato una dozzina di anni fa, gli suggerirei di tagliare i capelli perché erano un vero disastro». Ride, Mattia Bottani, fresco di rinnovo con l’FC Lugano fino al 2025. Ride mentre osserva le immagini di un’intervista che concesse nella stagione 2011/2012,”quella di Francesco Moriero”, ricorda il Botta. Il quale si blocca, frenato dalle lacrime, quando richiama alla memoria i suoi inizi e la figura del caro nonno, colui che lo portava al campo. «Mi commuovo perché non c’è più…», commenta con un sorriso velato dalla commozione».

«Se penso alle parole di quel ragazzo che sognava una grande carriera con la maglia bianconera – riprende il “Botta” –  trovo che abbiano una grande importanza. Ho disputato molte stagioni con questi colori, è sempre stato motivo di orgoglio indossare questa maglia, anche perché sono cresciuto a 500 metri da Cornaredo. Se penso a tutto quello che sta accadendo, a quello che si sta costruendo, aver fatto e fare parte di tutto questo è qualcosa di fantastico, di eccezionale. Ogni tanto scherzo, con Sabba: con lui siamo partiti dal nulla ,mentre adesso la società sta crescendo e mette davvero tantissimo a disposizione dei giocatori e non solo. Il nuovo stadio sarà la ciliegina sulla torta. Speriamo che induca sempre più appassionati a prendere la via di Cornaredo per crearvi all’interno e attorno alla squadra l’entusiasmo che questa società e questa squadra meritano ormai da un qualche anni».

«L’obiettivo è quello di lavorare il più possibile sul mio fisico, di curarmi e di poter avere un percorso più lineare rispetto a questa stagione, Vedo però il lato positivo, ogni volta che sono tornato l’ho fatto a un ottimo livello. Ho potuto dare il mio contributo alla squadra, i compagni hanno bisogno di me, mi hanno sempre sostenuto e questo mi dà una grande forza».

Nel video di qualche stagione fa Mattia si definì “matto”. Oggi? «Forse il termine è un po’ esagerato, ma a quei tempi ero davvero un po’ sopra le righe, un po’ birichino fuori dal campo. La mia vita è però cambiata, ho quattro figli e mi sono dovuto per forza calmare. Un tempo potevo definirmi un po’ pazzo, oggi non è più un aggettivo che userei per definirmi».

Quale consiglio darebbe al ragazzo che era agli inizi della carriera che poi gli avrebbe regalato tante soddisfazioni? «Gli direi di continuare come sta facendo, di crederci come ha fatto, di essere un po’ meno matto e di lavorare un po’ di più all’inizio, perché poi farà comunque una buona carriera».

Altri articoli

Prima SquadraFemminile
Mauro Ardizzone: 'Le ragazze sono cresciute tantissimo'
Prima Squadra
Lugano sconfitto nel test di Parma