Mahou: qui per crescere ulteriormente
Mentre negli uffici del FC Lugano allo stadio prosegue la caccia al biglietto in vista dell’amichevole contro l’Inter di martedì (ore 18.30), la squadra ha iniziato l’ultima settimana di preparazione. Il campionato di Super League comincerà infatti domenica 17 luglio con l’arrivo a Cornaredo del Sion (16.30). Prima della seduta pomeridiana di lunedì, nella sala stampa dello stadio è stato presentato Hicham Mahou, uno degli acquisiti di quest’estate. Il giocatore franco-marocchino, che ha compiuto 23 anni lo scorso 2 luglio, ha militato nel Nizza e nel Losanna prima di approdare in Ticino. Le prime impressioni su Lugano, sulla società e sulla squadra “sono perfette. La gente mi ha accolto bene, i compagni hanno mostrato piacere a lavorare con me e lo stesso dicasi per quel che mi riguarda; la prima settimana è trascorsa molto bene. Siano con i compagni sia con lo staff c’è stato un adattamento rapido ed è andato tutto bene.”
-Come mai hai preferito venire a Lugano, visto che a Losanna c’è un progetto di crescita importante e che avevi anche offerte dal Grasshopper per esempio?
“Ci sono parecchie ragioni. Ho pensato che avevo bisogno di ancora almeno un anno di crescita per confermarmi in Svizzera e Lugano per me era la miglior soluzione. E’ una squadra che si batte per la Conference League, una competizione europea dona stimoli e visibilità. Avevo bisogno di progredire, Losanna è stato relegato in CL e io desideravo vivere esperienze importanti : Lugano in questo senso è stata la scelta giusta. E’ vero che avevo altre offerte ma ho sentito -eravamo già in contatto prima della fine dello scorso campionato- grande stima nei miei riguardi e il desiderio di farmi firmare per il Lugano. Quando un club ti vuole assolutamente è dura rifiutare, specie se ti cerca una società come il Lugano che si batte anche in Europa”.
-Cosa significa per te essere in qualche modo il “colpo” di mercato del Lugano, il giocatore che l’allenatore Croci-Torti ha fortemente voluto e ha insistito con la società per averti?
“Significa molto. Come ho detto prima ciò dimostra che avevano fiducia in men questo fa piacere, ogni giocatore sogna di essere corteggiato. Quando un allenatore ti cerca è un elemento in più che ti fa riflettere. Adesso tocca a me ricambiare sul terreno la fiducia che hanno risposto in me”.
-Sul piano tattico a Lugano ricoprirai probabilmente un ruolo un po’ diverso da quello di Losanna, tornerai in qualche modo all’antico giocando in avanti, da ala pura.
“Quando ho iniziato il mio ruolo di base era all’attacco, a destra o a sinistra. A Losanna giocavamo con tre difensori e facevo il quinto sulla fascia e quindi giocavo da “pistone”. Nel 4-3-3 ritrovo la mia posizione preferita e dunque non mi disturba per niente essere schierato più avanti.”
-Ha parlato prima di progressione come obiettivo, cosa significa per lei?
“Il mio obiettivo è di arrivare sempre più in alto. Quello svizzero è un campionato molto buono anche se disgraziatamente sottovalutato. E’ sicuro che, dopo la retrocessione del Losanna, per me Lugano è il posto ideale dove proseguire la mia crescita. Volevo giocare una competizione europea. Desidero fare una buona stagione qui, progredire e poi vedere che possibilità si presentano”.
-Prima di scegliere il Ticino ha parlato con qualche compagno: a Nizza ad esempio ha giocato con Donis che è stato bianconero ai tempi di Zeman?
“Ho deciso da solo ma avevo qualche contatto. Ad esempio con Doumbia, che è arrivato a Lugano qualche settimana prima di me, mi ha spiegato come era l’ambiente. Conosco bene anche Michael Facchinetti e anche lui mi ha illustrato le cose e lo spirito della squadra. Tutto ciò ha ulteriormente favorito la mia scelta”.
-Proprio Doumbia ha detto di essere stato convinto a venire a Lugano dalla determinazione dei dirigenti nel volerlo ingaggiare; vale la stessa cosa anche per te?
“Quando il direttore sportivo o l’allenatore ti chiamano più volte e ti dicono che desiderano che tu firmi il più rapidamente possibile, ti dici perché dovrei scegliere un altro club quando loro ti vogliono con tanto ardore e ti manifestano così grande fiducia?”
-Come hai visto Croci-Torti nei primi allenamenti, è un personaggio che ha un fuoco sacro dentro?
“E’ certo che ha grande voglia. E’ un tecnico con le idee chiare, che sa quello che vuole e dove vuole andare con la sua squadra. Un allenatore così per me è ideale e vale anche per i compagni. Ti trasmette la sua passione dalla panchina, a volte senti che avrebbe voglia di entrare in campo e giocare con te. E’ questo che ci stimola individualmente e che è utile per la squadra. Croci-Torti è un top-coach.”
-Abbiamo parlato del tuo ruolo in campo, ma nello spogliatoi come ti proponi?
“E’ certo che c’è un problema di lingua, qui si parla italiano anche se con molti compagni parliamo francese o inglese, sto cercando di recuperarlo. Ci comprendiamo sul campo. Sono una persona che ama ridere e divertirsi nello spogliatoio ed è quello che cerco di trasmettere, ci vuole come sempre un periodo di adattamento”.
-Parlavi prima della Conference League: nello spogliatoio si dà più importanza a questa manifestazione o al campionato?
“Penso che per noi non ci siano preferenze. Sia in campionato che nelle varie coppe cerchiamo di vincere tutte le partite. Entriamo in campo per questo e per disputare una buona stagione in SL e in Europa.”
-Hai giocato a Nizza con Lucien Favre, cosa puoi dirci di questo allenatore svizzero che ha molto successo all’estero?
“Ho avuto un ottimo rapporto con Favre è lui che mi ha lanciato nel calcio professionistico, non posso che essere soddisfatto e ringraziarlo. Quando sei giovane e ti fanno debuttare in prima squadra, hai stima e riconoscenza per l’allenatore. In tutta franchezza Lucien è un top coach, che ti trasmette la voglia di seguirlo e di aderire al suo progetto, di giocare sempre la palla. Con Nizza abbiamo vissuto due stagioni ai suoi ordini e non c ‘è proprio nulla da dire.”
-Tra l’altro proprio in Francia lei è stato compagno di squadra di Mario Balotelli: cosa significa?
“Penso che lo conosciate tutti, è un grande giocatore con qualità incredibili. Peccato che abbia fatto parlare di sé più per eventi extracalcistici, come calciatore è eccezionale, ama scherzare ma tecnicamente ha qualità enormi: è un giocatore top.”
-Chi era il suo idolo quand’era più giovane?
“Come squadra sicuramente il Barcellona mentre il giocatore al quale mi sono sempre ispirato è stato Eden Hazar che gioca nello stesso ruolo, ama l’uno contro uno. Resta uno dei migliori in quella posizione, ho sempre cercato di imitarlo guardando i video”.
-Domani affrontate l’Inter, che emozioni ti porta una partita simile?
“E’ vero che si tratta di un’amichevole ma fa sempre piacere giocare partite simili. Abbiamo voglia di affrontare alcuni dei migliori elementi in assoluto e uno dei club più prestigiosi al mondo. Quello di domani sarà un buon test per noi e ci permetterà di giudicare il livello a cui siamo arrivati, a pochi giorni dall’inizio del campionato. Nell’Inter ci sono grandi nomi, penso solo a Lukaku che tutti conoscono, un vero goleador. O a Lautaro Martinez che amo molto per la sua grande tecnica e le doti di finalizzatore”.
-Come ti senti alla viglia dell’esordio in campionato: hai novanta minuti nelle gambe?
“Ho cominciato la preparazione dopo i compagni. In precedenza a Losanna mi allenavo da solo con un preparatore ma evidentemente essere poi inserito qui nel gruppo con due settimane di ritardo capisci la differenza nell’intensità. Ho bisogno di un minimo di adattamento e sarà al top tra un po’, ma non mi faccio preoccupazioni, sono pronto a scendere in campo e al limite a giocare 90 minuti come dice lei”.