Intervista esclusiva a Cristian Brocchi

Intervista esclusiva a Cristian Brocchi: “Sono sbalordito di quello che ho visto in queste poche ore.”

Intervista esclusiva a Cristian Brocchi

Nato a Milano,  ex calciatore, è stato allenatore del Milan prima delle giovanili e poi, sostituendo da aprile 2016 l’esonerato Siniša Mihajlović, della prima squadra. Ultima esperienza: tre mesi in Cina allo Jiangsu Suning come assistente di Fabio Capello. Da calciatore è un centrocampista di Verona, Inter, Milan, Fiorentina e Lazio.

Dopo aver passato tutto il giorno tra aula con gli allenatori e campo con i ragazzi, ci ha concesso questa esclusiva intervista:

D: Ciao Cristian, benvenuto a Cornaredo la casa del Football Club Lugano Settore Giovanile, oltre che del FC. Lugano, oggi sei stato a stretto contatto con i nostri tecnici, hai tenuto una lezione sull’organizzazione degli obiettivi nei settori giovanili di alto livello, hai pranzato con loro e sei stato sul campo durante la scuola calcio, che idea ti sei fatto di questo settore giovanile?

R: Intanto sono rimasto sbalordito di quello che ho visto in queste ore, è abbastanza difficile trovare delle società organizzate con dei progetti, con degli obiettivi serie e reali, perché spesso mi capita di visitare altre realtà e ti trovi davanti a persone che ti  fanno dei bei discorsi, ti parlano di bellissimi progetti ma poi questi progetti non trovano riscontro nella realtà, perché la realtà dei fatti è che un settore giovanile deve, partendo dai bambini, formare giocatori che arrivino a giocare in prima squadra attraverso un percorso importante. Per fare questo non ci si può appoggiare solo al talento dei singoli bambini ma c’è bisogno di allenatori capaci e motivati a far fare ai loro ragazzi questo tipo di percorso, allenatori che lavorino per la società e una società che pensi in grande, che non si fermi alla vittoria della partita della Domenica ma che veda per ogni bambino un percorso. Mi sembra che qui ci siano le basi e la volontà di lavorare in quella direzione e sicuramente il periodo iniziale è il più difficile.

D: Come hai potuto vedere e sentire dai nostri allenatori tutto il Football Club Lugano Settore Giovanile ci riconosce nel taglio distintivo del gioco, cosa pensi del fatto che un settore giovanile lavori in funzione di un’idea di gioco, oltre che per formare giocatori.

R: Essere identificati in un modello di gioco è un grande valore aggiunto, formare giocatori restando fedeli ad un idea di gioco è una cosa da grandi società. Quando tutte le persone che lavorano in un Club e parlo di tutti: dalla comunicazione, agli allenatori ai ragazzi e a tutti quelli che orbitano attorno alla vita della società si identificano in uno stile allora parliamo di unione. Ma questo passaggio deve essere chiaro a tutti perché vuol dire aver capito il senso di un settore giovanile che lavora per la prima squadra. È importante capire chi fa cosa: il settore giovanile non deve necessariamente vincere ma mettere nelle condizioni la prima squadra di poter schierare in campo giocatori provenienti dal vivaio, poi tocca alla prima squadra avere obiettivi importanti dal punto di vista dei risultati, se questo avviene con un’idea condivisa di gioco, allora tutto può funzionare nel tempo perché è chiaro che tutti lavorano con un obiettivo condiviso e chiaro.

D: Che idea hai di cosa deve fare un settore giovanile per formare giocatori per l’alto livello?

R: È troppo importante saper insegnare la tecnica ai ragazzini, saperla insegnare nelle modalità giuste, saper insegnare come un giovane giocatore deve rapportarsi con i propri compagni. Saper formare un giocatore anche dal punto di vista mentale e curare aspetti importanti come il rispetto delle regole, questa è la base per formare un potenziale campione.

D: Forse la squadra Primavera che hai allenato al Milan non è stata la più vincente ma sicuramente passerà alla storia come quella che ha dato più giocatori di alto livello alla prima squadra e alla Serie A italiana in generale. La vittoria di Domenica scorsa per 5 a 1 contro la Fiorentina, con in campo contemporaneamente Donnarumma, Calabria, Locatelli e Cutrone tutti prodotti di quel gruppo è la dimostrazione che i fatti vanno a braccetto con le parole. Quali sono le basi e gli strumenti per arrivare a questo livello?

R: Bhè, quelli che hanno lavorato con me a quel progetto e che domenica si sono seduti a San Siro, non proprio un posto dove ti viene perdonato tutto, e che hanno visto questi quattro ragazzi giocare una partita decisiva per l’accesso in Europa League contro una diretta concorrente, hanno vissuto la partita come una grande vittoria, sicuramente più di uno scudetto primavera che rimane una gioia estemporanea e fine a se stessa che serve solo  a qualche dirigente o a qualche allenatore per avere un buon giudizio sul lavoro svolto. Ma se la società è forte e ti chiede di formare giocatore, allora bisogna partire dal basso, creare una mentalità di un certo tipo, ma soprattutto lavorare tutti nella stessa direzione perché all’allenatore della primavera devono arrivare ragazzi che hanno già fatto un percorso identificabile e che sono stati allenati da tecnici che avevano la volontà di lavorare con i più piccoli seguendo una linea dettata dalla società.

D: Il football Club Lugano Settore Giovanile si adopera molto per far giocare le proprie squadre contro Club di alto livello mondiale, Real Madrid, Barcellona, Chelsea, River Plate, Juventus solo per citarne alcune, credi che sia fondamentale per la formazione dei ragazzi confrontarsi con scuole di calcio così diverse tra loro.

R: Assolutamente sì, vincere 6-0 non serve a nessuno, i bambini hanno bisogno di giocare e noi dei Club dobbiamo dargliene modo.
Loro si divertono molto di più a giocare contro grandi squadre, a patto che gli siano stati dati gli strumenti per competere a quel livello. Giocare tanto e giocare bene. Faccio un passo indietro e torno sul concetto di insegnare, non voglio essere frainteso: nei settori giovanili l’importante è insegnare a giocare bene perché è facile intuire che solo chi sa giocare bene può sperare di diventare un calciatore di buon livello, è importante anche vincere ma è necessario saperlo fare con grande onestà intellettuale. Mi spiego meglio: vincere con una squadra di ragazzini che sta chiusa in difesa e giocando sulle ripartenze è meno complicato che farlo attraverso una programmazione fatta di ore e ore di tecnica. Da quando i bambini sono piccoli dove gli insegni a stoppare la palla con un controllo aperto a muoversi in uno spazio, ai bambini va insegnata la tecnica e il divertimento di imparare nuove cose, la voglia di venire al campo a divertirsi.
Devono essere gli allenatori a preparare queste sedute d’allenamento dove il bambino si diverte e in maniera inconsapevole impara a fare cose che gli serviranno quando sarà più grande.

D: Il Tuo Futuro?

R: Io ho bisogno di avere qualcosa che mi emozioni e che mi gratifichi dal punto di vista professionale. Aspetto di trovare la giusta proposta per me.

Tutto il Football club Lugano ringrazia Cristian Brocchi per la sua disponibilità e per la professionalità che ha messo a disposizione di tutti gli allenatori e di tutti i ragazzi del nostro vivaio.

Ufficio Stampa Football Club Lugano Settore Giovanile
Visentini Gabriele

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