“In questa fase i risultati contano più delle prestazioni”
Il campionato di Super League, già molto equilibrato negli ultimi anni, è diventato tiratissimo. Tra il Servette, secondo, e il Lugano, ottavo, ci sono solo 4 punti di differenza. Domenica i bianconeri sono attesi a Vaduz, squadra che chiude la classifica a 7 lunghezze da Sabbatini e compagni. Per questo impegno Maurizio Jacobacci (TiPress) potrà contare su tutti gli elementi della rosa ad eccezione di Daprelà, squalificato.
Il tecnico bianconero ha incontrato i giornalisti prima dell’allenamento di venerdì mattina: gli è stato fatto presente che il Vaduz nelle prime due partite ha messo in difficoltà il Lugano.
“Non è proprio così. La sfida nel Principato (terminata sull’1-1) ci ha visto tenere in mano il pallino per quasi novanta minuti. Abbiamo preso un gol su rigore inesistente, poi loro si sono chiusi e noi abbiamo cambiato assetto passando a quattro in difesa e abbiamo praticamente giocato a una porta sola per tutto il secondo tempo anche se il pareggio (di Oss) è arrivato solo dopo il novantesimo. Però era un pareggio meritatissimo. A Cornaredo ci hanno fatto subito gol e quindi hanno potuto difendersi bene e con ordine ma anche in quel caso abbiamo attaccato per tutto il resto del match e loro non sono più arrivati nella nostra area. La difficoltà contro questi avversari è quando vai in svantaggio e devi trovare sbocchi per crearti occasioni. Dovremo stare attenti a non subire gol specie nella prima parte e mantenere una cadenza importante nel gioco. Dobbiamo gestire noi la partita, loro cercheranno di metterci in difficoltà con le loro armi che sono il fisico, la robustezza nei duelli, e le ripartenze”.
-L’allenatore del Vaduz Frick aveva detto nella prima parte del campionato che loro nel gioco si ispiravano al Lugano. Nelle ultime partite cosa hanno in più da diventare più forti?
“Quello che hanno è che vincono molti duelli e puntano sulle loro qualità e cioè la corsa, il fisico e le palle inattive. Lo avevano già dimostrato l’anno scorso in CL quando segnavano molto su punizioni e calci d’angolo. Hanno Gaic che è un ottimo tiratore e i due centrali molto forti di testa: uno però domenica sarà squalificato.”
-Su chi schierare in porta hai dubbi?
“Per me non c’è mai stato alcun dubbio. Con Baumann ci siamo parlati. Ci sta che il portiere possa commettere un errore come ci sta che possa salvarti la partita con una parata al momento giusto. Anche Noam è conscio che sulla palla contro lo Zurigo l’avrebbe potuta respingere senza problemi. “
-Dopo una sconfitta come quella subita contro lo Zurigo come ci si riprende moralmente?
“E’ stata una sconfitta immeritata, prima di tutto. Chi ha visto la partita, io l’ho rivista, deve ammettere che la squadra ha fatto una buona prestazione. Gli zurighesi, a parte l’inizio e il gol fortunoso (perché Schönbächler ha ammesso che voleva crossare e non tirare in porta), non si sono creati granché, hanno giocato come la volta precedente doveva avevano già vinto per 1-0. Ma in quel caso noi non avevamo avuto occasioni, stavolta invece ben cinque o sei. Quindi è stato un match che avremmo dovuto vincere assolutamente e non siamo nemmeno stati capaci nemmeno di pareggiarla perché ci è mancata efficacia sotto porta. Quello che chiedo alla squadra è questo, se fossimo stati efficaci come a Sion avremmo battuto anche lo Zurigo, senza problemi e non si sarebbe parlato nemmeno del gol subito.”
-Ma come si gestisce una sconfitta del genere?
“Ho detto la mia ai ragazzi. Per me la squadra ha fatto una buona prestazione contro un avversario che negli ultimi 30 o 40 minuti non è più nemmeno uscito dalla propria metà campo. Eravamo superiori anche se alla fine conta la vittoria. Se avessimo giocato come lo Zurigo ne avremmo sentiti di tutti i colori. Però ripeto fa stato il risultato: oggi come oggi i punti sono più importanti delle prestazioni. Quindi dobbiamo pensare a portare a casa i risultati, è solo quello che conta.”
-Andrete a Vaduz per cercare di vincere rischiando di perdere o vi accontenterete del pareggio vista la classifica?
“Lo ribadisco: entriamo sempre in campo per vincere le partite, al di là della situazione contingente e della classifica. E’ sempre stata questa la mia mentalità e ho cercato di inculcarla ai giocatori. Se entri sul terreno da gioco per vincere puoi alla fine anche pareggiare, ma se cominci accontentandoti del pari alla fine perdi, perché è un’altra mentalità. Abbiamo il dovere e le qualità per entrare sempre in campo alla ricerca dei tre punti.”
-Fino alla pausa quindi con ancora due partite idealmente con quanti punti ti riterresti soddisfatto?
“Penso solo alla partita di domenica e ai tre punti in palio a Vaduz. Vogliamo assolutamente cercare di conquistarli, sono pesanti e importanti.”
-Analizzando il percorso del Vaduz cos’è cambiato nelle ultime partite?
“E’ una catena di situazioni. A volte basta una vittoria seguita da un’altra per svoltare con maggior fiducia e consapevolezza dei propri mezzi. Non è una questione tecnica o tattica (non stanno giocando diversamente da prima) ma mentale. Stanno credendo nell’impresa di salvarsi e visto che le squadre davanti hanno penato a racimolare punti la loro fiducia è cresciuta.”
-Quindi anche per voi è un problema mentale?
“Contro il Sion siamo stati bravi in una situazione che non era facile. Giocare al Tourbillon è sempre complicato e loro, dopo aver perso da noi, sono andati a vincere a Losanna, altro terreno difficile come abbiamo visto noi pur in una controprestazione. Prima di Sion non avevamo mai vinto in questa stagione con tre gol di scarto. Ci vuole anche un pizzico di fortuna: per non subire gol e segnare al momento giusto. Ma la buona sorte va anche cercata: se Custodio non avesse calciato da 20 metri non avrebbe segnato. E’ quello che ci vuole, quando si ha la possibilità di tirare bisogna osare e lì entra magari in gioco un pizzico di fortuna, da come si prende il pallone, dalle eventuali deviazioni, rimpalli o respinte del portiere.”
-E’ quasi più facile oggi essere nella posizione dei Vaduz che nella vostra?
“Non credo proprio, non farei assolutamente cambio. Preferisco avere i punti di vantaggio che abbiamo. Mi trovo bene dove siamo anche perché sappiamo che ci restano diverse partite per far sì che la fortuna torni a sorriderci.”
-E’ un po’ la partita della svolta?
“Potrebbe esserlo con una vittoria. Pensavo che la svolta sarebbe arrivata dopo Sion, invece è capitata la situazione contro lo Zurigo. Ero convinto di poter fare altri tre punti e ripeto non meritavamo assolutamente di perdere. Su dieci prestazioni del genere contro gli zurighesi nove volte vinceremmo noi. L’attitudine era quella giusta: aver creato cinque o sei belle palle gol contro una difesa chiusa come la loro significa che il gioco c’era, in caso contrario non sarebbe stato possibile creare così tanto.”
-L’asticella della salvezza è sempre a 39 punti o credi, visto il livellamento, che debba essere spostata più in alto?
“Ritengo che i 39 punti dovrebbero garantire la salvezza, al limite 40. Alla fine ci saranno i confronti diretti. E’ un campionato molto difficile e interessante, per chi non è parte in causa. YB a parte ognuna delle altre squadre può battere chiunque. Siamo tutti vicini in classifica, due o tre risultati positivi ti fanno fare un balzo e ti danno una grande spinta nell’aspetto mentale”.
-L’esempio è il Lucerna che dopo aver vinto a Cornaredo non si è più fermato.
“Il Lucerna contro di noi a dieci minuti dalla fine sta perdendo. Poi ha trovato un bel gol con Tasar ma il match doveva chiudersi lì. Non avremmo dovuto perderlo e loro forse non avrebbero inanellato poi la serie positiva. Quel successo gli ha dato linfa importante. E’ quello che ci vorrebbe anche per noi.”
-Il livello generale si è abbassato rispetto allo scorso campionato?
“Probabilmente sì. Non tanto rispetto allo Young Boys, ma in relazione alle squadre che dovrebbero contendersi il secondo e terzo posto. San Gallo e Basilea, che l’anno scorso avevamo fatto tanti punti, oggi faticano. Per questo tra la seconda e la decima il divario si è ridotto.”