
“GIOCHEREMO IN MODO DIVERSO DAL SOLITO”
L’allenamento di rifinitura che il Lugano ha effettuato venerdì mattina a Cadro è purtroppo stato all’origine di un nuovo infortunio. Bislimi ha dovuto lasciare anzitempo il campo per un colpo al ginocchio e non sarà disponibile per il match di sabato sera (Cornaredo ore 20.30) contro la capolista Servette.
CINQUE ASSENTI
Il centrocampista d’origine kossovara si aggiunge a Aliseda, Bottani, Dos Santos e Mahou anch’essi indisponibili. Torna invece tra i consolabili l’attaccante Vladi che si era infortunato nel match casalingo d’inizio marzo contro lo Zurigo.
GENTE CHE HA VOGLIA DI VINCERE
Nella conferenza stampa della vigilia a Mattia Croci-Torti è stato chiesto quanto gli scocci, dopo due settimane e di pausa per gli impegni delle nazionali nelle quali confidava di poter recuperare qualcuno, ritrovarsi con un gruppo ancora più ridotto numericamente e quindi non poter affrontare il Servette con la squadra migliore?
“Rispetto al match col Winterthur abbiamo in effetti perso tre giocatori perché Dos Santos e Bislimi sono out mentre Grgic non si è allenato tutta la settimana e vediamo se domani potrà essere disponibile. Metterò in campo una formazione che nessuno ha mai visto e che non è ancora nella mia testa. Schiererò comunque gente che ha voglia di vincere, sotto l’aspetto motivazionale non ho grossi dubbi. Sarà un Lugano che giocherà in modo un po’ diverso dal solito. Abbiamo una rosa abbastanza ampia per poter mettere in campo, nonostante tutto, una formazione che possa battere il Servette. Certamente ci vengono a mancare tanti giocatori del reparto offensivo, anche oggi quando ho dovuto stilare la lista dei convocati mi sono accorto che mentre in difesa ci sono tutti, a centrocampo e in attacco iniziamo a perdere qualcuno. E’ per quello che giocheremo con caratteristiche diverse dal solito. La qualità sarà diversa ma ci saranno altri aspetti su cui puntare maggiormente: grinta e duelli in particolare.”
DIPENDE TUTTO DA NOI
-Schiererari quindi la difesa a tre?
” Sono onesto con voi: nella mia testa non c’è ancora la formazione definitiva. Devo valutare due o tre aspetti e devo parlare con qualcuno dei miei ragazzi. Sono comunque sicuro che qualsiasi undici ci sarà in campo vorrà vincere ed è quello che conta. Quella di domani è una partita importante e dobbiamo assolutamente cercare di conquistare i tre punti. Ho spiegato alla squadra l’importanza della posta in palio: mancano cinque gare alla fine della stagione regolare e matematicamente potremmo arrivare primi ma anche decimi. Dipende tutto da noi. Nelle prossime tre partite abbiamo due scontri diretti con Servette e Basilea. Non dobbiamo guardare a nient’altro che a noi e sono certo che sotto questo aspetto domani vedremo un Lugano veramente tosto”.
OTTO GIORNI FONDAMENTALI
-Hai parlato delle cinque partite restanti. Hai fissato una quota di punti o una tabella da qui alla fine della prima parte del campionato?
“Non dobbiamo guardare troppo in là, basta vedere le partite della prossima settimana. Affrontiamo nell’ordine Servette, Yverdon e Basilea. Se vogliamo restare in alto dobbiamo cercare di raccogliere 6 o 7 punti come minimo. Gli scontri diretti iniziano a essere tanti anche per le altre squadre che mirano ai primi sei posti. Per noi sarà importante vincere almeno due delle prossime tre partite. Vorrebbe dire essere su, comunque vada. E’ giusto far capire alla squadra che dobbiamo compattarci il più possibile per questi otto giorni, dopodiché tireremo un po’ le somme. Non abbiamo nessuna voglia di mollare, ma di dimostrare che possiamo giocarcela sino in fondo. Non ho mai accampato scuse rispetto alle assenze, una soluzione la si trova sempre. Siamo partiti con una rosa abbondante, a calcio si può giocare in diverse maniere e ci sta ogni tanto magari di snaturarsi un pochino”
PRIMI MA ANCHE DECIMI
-Se l’obiettivo minimo è quello di entrare nelle prime sei ma lo si fa con un ritardo consistente rispetto alle primissime nel girone per il titolo sarebbe poi difficile recuperare il distacco. Avete abbassato un po’ il tiro?
“No, ho semplicemente affermato che dobbiamo prendere partita per partita e cercare di fare sette punti nelle prossime tre giornate. Per me era importante, subito dopo Winterthur, far capire alla squadra che, secondo una statistica della SFL, possiamo ancora classificarci al primo ma anche al decimo posto. In questo momento della stagione è fondamentale capire come l’equilibrio, anche a livello di emozioni, sia decisivo. Non possiamo passare dall’esuberanza allo sconforto, bisogna sapere che ci sono continui scontri diretti, che tutti giocano contro tutti e che bisogna restare positivi ma anche comprendere che non possiamo fare scherzi. Ripeto: dipende tanto da noi stessi, in due delle prossime tre partite affrontiamo avversarie che sono davanti in classifica, batterle vorrebbe dire essere primi. Restiamo umili, sappiamo che qualche freccia là davanti ci manca, però dobbiamo essere in grado di sopperire a questo coin atteggiamento e concentrazione e magari più forza di quella messa finora”.
LA CARICA DEI NAZIONALI
-Hai perso qualche elemento ma qualcun altro era arrivato alla pausa per le nazionali non al cento per cento sul piano della condizione, penso a Steffen e Valenzuela o a Zanotti che era parso affaticato. Da questo punto di vista questi elementi domani saranno in condizioni migliori?
“Mattia ha disputato due partite con la nazionale U21 italiana e lo stesso dicasi per Koutsias con la Gracia U21: loro non hanno certo riposato. I vari Steffen e Valenzuela, che già nelle ultime partite erano apparsi in crescita, hanno sicuramente beneficiato della pausa. Abbiamo ricaricato le batterie anche in vista dei tre impegni in otto giorni, dunque è come se non avessimo mai terminato le nostre settimane inglesi. La nazionale da comunque delle motivazioni e mi aspetto di vedere un Hajdari carico e un Saipi, che ha giocato 90 minuti con il Kosovo contro l’Islanda, carico.”
SAIPI DECISIVO NELLE ULTIME DUE
-A proposito di Saipi, detta in maniera molto esplicita, ti aspetti finalmente che alzi il livello e diventi un portiere che ruba qualche punto o ti accontenteresti che non te ne faccia perdere?
“La risposta te la da l’ultima partita. La parata che ha fatto alla fine sul tiro di Di Giusto non era scontata, anzi era molto difficile. L’abbiamo analizzata e una parata simile al 93′ era un po’ che Amir non la faceva. E’ una settimana anche rispondo a domande sul portiere. Quello che deve togliere sono gli alti e bassi che ha. Nemmeno il ragazzo si nasconde, sa che se vuole alzare l’asticella deve avere un rendimento costante. Siamo critici quando dobbiamo esserlo ma dall’altra parte è giusto sottolineare gli interventi decisivi come quello contro il Winterthur. Chi ha visto la partita tra Islanda e Kosovo si sarà accorto di un’altra parata clamorosa di Saipi. Speriamo che queste ultime due prestazioni siano l’inizio di un percorso. L’anno scorso a due mesi dalla fine della stagione avevo fatto con lui dicendogli che se fosse diventato il portiere con più clean sheet gli avrei pagato una cena. E ci era riuscito. Vedrò se fare un’altra scommessa nei prossimi giorni”.
MAGGIOR RESPONSABILITA’ DIFENSIVA
-Eri sembrato contrariato dalla rete subita nel finale contro il Winterthur. Troppi gol su palle ferme. nella pausa avete lavorato un po’ du questo aspetto?
“Sulle palle ferme difensive non è che si possa lavorare tanto, sono un po’ come i rigori. Puoi lavorare quanto vuoi poi l’altra squadra fa blocchi in una maniera o nell’altra, fa un “treno” diverso eccetera. Quello che deve aumentare è la concentrazione e la presa di responsabilità. Non sono arrabbiato tanto e solo per il gol col Winterthur, semmai per il fatto che poi io debba giustificare sconfitte o pareggi quando come a Sion, con la partita in mano, subiamo una rete per aver perso la marcatura. Stessa cosa col Winthi. Non è facile allenare l’innalzamento del livello di responsabilità individuale. In allenamento puoi solo far prendere coscienza, analizzare e capire come migliorare”.
VITTORIA CHE HA DATO OSSIGENO
-Facciamo un passo indietro: quanto è stato importante il successo contro il Winterthur e la possibilità di trascorrere due settimane tranquille in vista dello scontro al vertice con il Servette squadra contro la quale nelle ultime partite aveva un bilancio negativo?
“Sono stati tre punti importanti che hanno dato ossigeno. Dopo un’eliminazione dall’Europa piena di rammarichi com’era successo tre giorni prima a Thun, una vittoria in campionato era l’unica cosa che potesse farci respirare e tirare fuori la testa dall’acqua per non annegare. Siamo riusciti a farlo e approfittando dei risultati delle altre abbiamo un poco raddrizzato quelle tre brutte settimane.”
RIBALTARE LE STATISTICHE
-Che Servette ti aspetti domani sera?
“E’ una squadra con 14, 15 giocatori, una rosa molto stretta. Sono usciti subito dalla Coppa svizzera e non si sono qualificati in Europa, dunque vengono praticamente sempre schierati gli stessi e giocano nella stessa maniera. Però la qualità degli elementi a disposizione ha permesso, sino all’ultima partita contro l’Yverdon, di vincere cinque match consecutivi approfittando una volta di Stevanovic, l’altra di Cognat o Crivelli. Tutti giocatori che conosciamo bene e quindi il bilancio degli scontri diretti recenti, citato in precedenza, va ribaltato. Anche se penso che l’ultima sfida a Cornaredo l’avevamo vinta. Lo scorso anno per contro abbiamo avuto pochi risultati positivi con i ginevrini e domani cercheremo di rifarci”.
CAMBIATO IL RUOLO DI STEVANOVIC
-Come pensi sia cambiata la squadra ginevrini passando da Weiler e Häberli in panchina?
“Tatticamente qualcosa è cambiato. La grande differenza è che sull’esterno destro non gioca più Stevanovic (il quale ora si accentra e viene schierato in supporto alla punta) ma Ouattara (che ha segnato anche con la U21 contro l’Inghilterra) oppure Varela. Schierano spesso giovani perché Antunes è stato poco a disposizione e anche domani non ci sarà per i postumi di un trauma cranico. Tutti gli altri sono nelle posizioni di sempre, ci sarà probabilmente Ondua al posto di Magnin. ”
VINCERA’ CHI SE LO MERITA
-Sfidate un club che per certi versi ha seguito il vostro percorso e i progressi degli ultimi anni. Siete due squadre che con meno mezzi siete sempre riuscite a finire tra le migliori. Se non riuscisse il Lugano a vincere il campionato preferiresti che sia il Servette, col rammarico però di dirsi “avrei potuto essere io”, oppure YB o Basilea?
“Sono sempre convinto che la meritocrazia sia uno dei valori più importanti della nostra vita. Dunque se il Servente meriterà il titolo sarà giusto chiamare il suo allenatore per fargli i complimenti. Se fosse l’YB a riuscire nell’impresa di portare in fondo la rimonta che sta facendo sarebbe giusto complimentare Contini. Noi vorremmo essere davanti ma siamo pronti a felicitare chi di dovere”.
GLI INFORTUNATI HANNO FAME
-Per tornare sugli infortuni nell’ultimo periodo c’entra il fatto che da un po’ di tempo vi allenate sul nuovo campo di Cadro?
“Bislimi e Dos Santos sono infortuni dovuti a due colpi al ginocchio e alla caviglia, il campo di Cadro non c’entra nulla. Più che rabbia gli infortuni mi procurano dispiacere per non avere a disposizione ragazzi che, quando mancano solo dieci partite alla fine della stagione, vorrebbero essere protagonisti. Parliamo dei vari Bottani, Mahou e Aliseda. Spiace quasi più per loro che per me, io una soluzione la trovo sempre. Ma i giocatori hanno fame di aiutare la squadra. Riprendo un po’ il discorso fatto in precedenza: i punti col Winterthur hanno dato tanto morale, queste sono state due settimane positive. E c’è gente che scalpita per tornare: speriamo di rivederli presto”.