“FARE UNA GRANDE PARTITA DAVANTI AI NOSTRI TIFOSI”
Il Lugano disputerà domenica 13 aprile alle 14.15 l’ultima partita casalinga della regolar season. Avversario il San Gallo.
TORNA DOS SANTOS
Per l’incontro non saranno a disposizione cinque giocatori: Bottani, Mahou, Aliseda, Belhadj e Valenzuela. Daniel Dos Santos, che aveva riportato una distorsione alla caviglia nel match contro il Winterthur di metà marzo, torna per contro ad essere arruolatile.
LA BEFFA DEI TRE ERRORI ARBITRALI
Nella conferenza stampa del pre-partita si è tornati inizialmente sui discussi episodi arbitrali di domenica scorsa a Basilea. Sono stati scritti fiumi d’inchiostro al proposito. Visto che non é la prima volta ritieni che d’ora in poi il Lugano riceverà un altro tipo di trattamento?
“Non penso. A freddo la circostanza che da più fastidio è che dalla finale di Coppa col il Servette ad oggi per tre volte gli arbitri arrivino il giorno dopo ad affermare di aver sbagliato e sempre a nostro sfavore. C’era stato prima il fallo di mano da rigore a un minuto dal termine dell’atto finale della Coppa, poi il penalty nettissimo non fischiato a Steffen sullo 0-0 a Yverdon (partita poi terminata con la vittoria dei vodesi) e adesso l’episodio di Ajeti nel match che ci avrebbe potuto portare a meno uno dalla capolista. A Basilea eravamo entrati bene in campo e per mezz’ora avevamo dominato: l’espulsione di un avversario a quel momento avrebbe incanalato la partita in un altro senso. Le note arbitrali del giorno seguente fanno dispiacere, non si capisce come mai nessuno dalla sala VAR abbia potuto correggere per tempo queste situazioni, è quello che fa male. Alla fine non abbiamo mai fatto cinema né gridato allo scandalo. E’ giusto non creare casi né cercare scuse ma vedersi per tre volte, 24 ore dopo il fischio finale, giustificare un errore inizia a essere troppo”.
AKOLO E WITZIG PERICOLOSI
-Per tornare al calcio giocato domenica ricevete il San Gallo che è praticamente all’ultima spiaggia se vuole piazzarsi nelle prime sei di Super League. Che avversario ti attendi sin dall’inizio?
“Quando si ha l’acqua alla gola devi necessariamente vincere. Quindi troveremo di fronte una squadra propositiva che cercherà in tutti i modi i tre punti. Il San Gallo, come noi, ha fatto un percorso in Europa che non gli ha permesso di conquistare tanti punti, hanno faticato anche loro, molto più di noi, a trovare costanza di rendimento. Da gennaio hanno inserito due elementi importanti: Daschner che giocava in Bundesliga (12 presenze prima di arrivare in Svizzera) e Nsame noto a tutti gli appassionati. Ritenevano con questi rinforzi di aver trovato la chiave e avevano messo un po’ da parte Akolo, anche per problemi di contratto. Se guardiamo nelle ultime settimane la squadra dipende invece molto dall’attaccante congolese. Il San Gallo ha cercato ultimamente di fare qualcosa di diverso.mettendosi a tre in difesa. I risultati sono sempre un po’ altalenanti. Sono capaci di essere sotto di due reti col Basilea e poi di pareggiarla nei dieci minuti finali. In casa sono magari sullo 0-0 poi, sotto la loro curva, ribaltano il risultato. Hanno gente come Akolo e Witzig in grado di fare sempre la differenza. Sarà importante riuscire a contrastarli e a bloccarli”.
REALISTI MA PURE AMBIZIOSI
-E’ giusto dire che da domenica scorsa comincia un nuovo campionato nel senso che a 7 punti dalla prima e con altre tre squadre davanti è forse meglio non pensare più al titolo ma è più realistico salvare la pelle?
“Bisogna sempre cercare di avere e mantenere una linea. La nostra sin dall’inizio è stata cercare di fare il maggior numero di punti possibili per arrivare in fretta nelle prime sei. Anche il capolista Basilea ha dovuto attendere giovedì scorso a qualificarsi matematicamente per la poule titolo. Non è mai scontato per nessuno e non lo è ancora per nessun altro, tranne il Servette che ci è riuscito a due giornate dalla fine. L’anno scorso in questo momento le prime quattro era già troppo staccate dal resto del gruppo. Significa che il campionato è ancora più equilibrato, se il Basilea facesse due passi falsi noi potremmo essere ancora lì. Però non dobbiamo guardare troppo avanti né essere eccessivamente negativi. Quando inizi ad avere cattivi pensieri poi qualcosa ti rimane nella testa. Dobbiamo solo riuscire a rimanere ambiziosi e capire che per poterlo essere bisogna fare punti. Ciò significa fare una grande prestazione col San Gallo davanti ai nostri tifosi. Se vogliamo arrivare nei primi sei, nelle prossime due partite dobbiamo incamerare almeno tre punti e tra una settimana affronteremo un’altra squadra, il Losanna, quasi con l’acqua alla gola. E’ il bello di questa formula: arrivare a questo momento della stagione a giocarsi già qualcosa di importante”.
NON PUOI SPECULARE SUL PARI
– Siete una squadra che non fa calcoli, non li avete fatti nemmeno a Basilea quando avete subito il loro gol a mezz’ora dalla fine quando si sarebbe anche potuto pensare a uscire dal St. Jakob con almeno un punto. Anche domenica sarà così non è che si dice andrebbe bene il pari che taglierebbe fuori gli avversari?
“Difficilmente chi ha giocato a calcio e fa l’allenatore può decidere l’andamento di una partita sino a pochi minuti dalla fine. Penso che chi ha praticato questo sport sappia che iniziare con un’idea di risultato può essere per certi versi drammatico. L’importante è giocare ogni partita in maniera propositiva, cercando di fare qualcosa di importante. Siamo i primi ad aver riconosciuto la forza di certi avversari a livello europeo, penso al Fenerbahce o al Besiktas: lì abbiamo fatto qualcosa di diverso e siamo entrati in campo senza una punta di ruolo. Però nel nostro status non possiamo permetterci di fare questo in casa contro il San Gallo. Bisogna avere un equilibrio, poi se a tre minuti dal termine capiamo che un punto potrebbe portarci nei primi sei non andremo all’assalto come gli indiani”.
A BASILEA ERRORE DI COMUMNICAZIONE
“Il gol di Basilea sembra preso perché volevamo tutti solo spingere verso la loro porta. In realtà è una rete subita per dei chiari errori individuali quando, nei secondi precedenti al passaggio decisivo eravamo in superiorità numerica. Questi sono gli errori di squadra di cui parlo ogni tanto, a Basilea avremmo potuto non commetterlo con la comunicazione. Determinate cose le vedono solo gli uomini che stanno dietro: invece abbiamo effettuato un’uscita sbagliata come accade quando si pressa il portiere dimenticando che poi si ha un uomo in meno nelle marcature. Noi non abbiamo agito di conseguenza e abbiamo subito il loro vantaggio”.
MIGLIORARE SENZA PALLONE
-Quando seguo le partite della tua squadra, e molto spesso mi diverto, arriva un momento in cui mi dico: sarebbe forse il caso adesso di lasciare la palla agli altri e cercare di gestire il risultato. Voi invece volete sempre il possesso e questo a volte vi fa subire delle reti. Non hai anche tu questa sensazione?
“Fin quando allenerò le mie squadre cercheranno sempre di avere il possesso del pallone. Il problema non è darla agli altri ma semplicemente che una partita dura 90 minuti e non puoi avere sempre tu la palla. Bisogna essere più bravi a difendere quando il pallone è sui piedi degli avversari e quest’anno a volte non lo siamo stati. Bisogna essere onesti: in passato avevamo giocatori con determinate caratteristiche a cui piaceva difendere più basso. Penso al primo anno quando dietro schieravamo Maric, Daprelà e Ziegler, gente che faceva dell’impregnare l’area di rigore la propria forza. Abbiamo avuto stagioni con idee diverse e questa è ancora differente, ma quando non hai il pallone devi essere più solido. Ma quando hai tu il possesso vuol dire che non ce l’ha l’avversario. Il discorso quindi è difendere meglio quando non ce l’hai, ricordando che se sono più bravi il possesso sarà sempre a loro favore. Noi siamo abbastanza bravi in questo esercizio ma gli altri col pallone sono più pericolosi di quanto non dovrebbero essere se noi difendessimo meglio”.
UNA SOLA VOLTA AL COMPLETO
-In circa 30 partite di campionato hai avuto una sola volta la possibilità di schierare la formazione ideale. Che sensazioni ti lascia questa circostanza?
“Come dico sempre c’è rammarico quando non hai tutti i giocatori a disposizione. Sappiamo che quello che ci sta mancando un po’ nelle ultime partite sono i subentranti che quando vengono chiamati in causa fanno la differenza. Siamo una squadra che da quando è stata costruita con un allenatore che non è Guardiola e che non fa un cambio in 90 minuti, ma che crede in tutto il gruppo e sa che con più gente a disposizione puoi mettere in difficoltà gli avversari. A Basilea la partita, che era incanalata in un binario unico a nostro favore, ha vissuto lo strappo da parte dei padroni di casa grazie all’entrata di determinati giocatori (penso a Kade e a Kevin Carlos). Strappo che a noi ultimamente non riesce: però bisogna cercare con i giocatori a disposizione di mettere in campo la squadra migliore. Avere in panchina Przybylko e Vladi non è come avere Mahou o Aliseda, hanno altre caratteristiche e devi cercare di giocare in maniera diversa. E’ per questo con con questi elementi dovremmo essere più bravi e forti nell’area di rigore e nei centri, invece attualmente non lo siamo”.
SCONTENTI DELLA SITUAZIONE
-Tornando sugli infortuni pensi a fine stagione in qualità di allenatore di parlare ai preparatori e allo staff medico?
“Noi parliamo tutti i giorni. Sono analisi che dobbiamo fare per forza anche quando le cose vanno in maniera positiva, a maggior ragione in caso contrario. Dobbiamo lavorare tutti insieme dal magazziniere al preparatore atletico, dal massaggiatore all’assistente, all’allenatore e avere un unico scopo che non è mettersi in mostra ma far vincere la squadra. Qualsiasi momento che chi frequenta lo spogliatoio dedica alla squadra deve essere finalizzato alla vittoria sul campo e quindi quando le cose non vanno per il meglio bisogna essere in grado di fare autocritica e te lo assicuro che da noi ce n’è di autocritica. Poi ci sono cose che possono uscire all’esterno e altre no. Ma posso dire che non siamo contenti di questa situazione.”
CON UN NODO ALLA GOLA
-Avrai seguito ieri sera la partita di andata di Conference League tra Celje e Fiorentina e sarai stato magari rammaricato ?
“Diciamo che avevamo preso degli sprovveduti dopo aver perso in Slovenia ma ieri sera hanno preso a pallonate la Fiorentina gli ultimi 25′ e se De Gea nel finale non avesse fatto tre parate decisive il risultato sarebbe stato diverso. Noi a Celje abbiamo avuto il 66% di possesso e il doppio dei tiri eppure ci hanno detto che eravamo una squadra di deficienti. I viola vanno là, concedono loro la palla eppure sono più forti di noi. La verità è che sono squadre più efficienti della nostra, quest’anno noi stiamo mancando lì. Il rammarico c’è: fino all’89’ del match di ritorno avremmo dovuto essere noi a disputare i quarti, ma se non ci siamo è perché abbiamo commesso degli errori. Non cerchiamo scuse, non siamo stati abbastanza bravi. Fa male? sì. Dobbiamo diventare migliori? sì. L’allenatore ne è consapevole? sì. E ieri sera ha guardato la partita con un nodo in gola”.