Dal Metodo al Podio, storia di un viaggio.
Si può partire da 6…7 posti contemporaneamente e arrivare ad un unica meta e pensarlo come un unico viaggio?
Credo di sì.
Credo…sono sicuro, perché questo viaggio inizia in posti diversi e in tempi diversi ma porta in un unica direzione.
Parte dalle aule a Cornaredo in cui ogni allenatore BiancoNero fa formazione di alto livello, parte dagli uffici sotto la tribuna Monte Brè dove ogni impiegato da il meglio di se, parte dal magazzino, dalla commissione tecnica, da quella operativa e quella dei genitori, parte dalle camerette dei ragazzi che sognano un grande futuro sul campo, parte da una dirigenza che senza tanti giri di parole ha indicato la via da seguire al primo giorno di lavoro.
La destinazione è l’eccellenza in senso assoluto. Un’unica meta per centinaia di persone, già perché tutto il lavoro di centinaia di persone è coordinato in un metodo.
il vocabolario definisce così il metodo:”Procedimento atto a garantire, sul piano teorico o pratico, il miglior risultato di un lavoro o di un comportamento.”
Tanti mesi di applicazione e la ragionevole consapevolezza che la strada è quella giusta, ma senza percepirne mai l’effettivo avanzare, poi…succede…
…succede a tanti Km da Lugano…succede in Lituania, al cospetto delle più importanti scuole di calcio europee.
Succede che un gruppo di dodicenni indiavolati vestiti di BiancoNero inanella una serie di prestazioni che li portano in semifinale del Ateitis Cup contro il Liverpool FC, qui i nostri ragazzi mettono a ferro e fuoco la blasonata squadra inglese giocando un gran calcio, quello che gli viene insegnato a Cornaredo, il tutto in faccia a chi il calcio lo ha inventato.
Già perché se c’è una cosa che abbiamo a cuore è COME si arriva al risultato, senza espedienti tattici, ma creando qualcosa che sia appagante dal punto di vista estetico e terribilmente efficace. Non si inventa una cosa così, una cosa del genere la si ottiene grazie al lavoro di tutti e ad un unico credo: Il metodo porta al gioco e col gioco faremo risultato.
La finale con la Juventus è una battaglia che si conclude solo alla lotteria dei calci di rigore, ma poco importa, il calcio giovanile non è collezionare coppe, ma insegnare a giocare.
Con 17 gol fatti, 0 subiti e due dei nostri premiati con riconoscimenti individuali…bhè se non è una vittoria questa….
L’abbiamo chiamato #LaboratorioBianconero, qui studiamo e progettiamo insieme a grandi professionisti il miglior modo per insegnare calcio, qui aiutiamo Ragazzi che Giocano a Calcio a diventare Uomini, uomini che domani attraverso la loro passione impareranno a risolvere problemi.
Come ripete sempre il nostro responsabile psicopedagogico Samuele Robbioni: “di questi ragazzi, pochi diventeranno calciatori professionisti ma tutti diventeranno uomini.” e penso che stiamo facendo qualcosa di grande per loro, perché da loro impariamo a dare il nostro meglio e viceversa.
Ufficio Stampa FC Lugano Settore Giovanile
Ga.Vi