Croci-Torti: non ho mai dubitato dei ragazzi
La conferenza stampa post finale di Coppa vede un Mattia Croci Torti (TiPress) esausto ma felice. La domanda introduttiva gli viene rivolta da Marzio Mellini responsabile della comunicazione del FCL.
-Esordisci tu con le emozioni a caldo, hai passato dei momenti di intensità rara questo pomeriggio
“Diciamo che non ho ancora ben realizzato quello che abbiamo fatto. Ho cercato di mantenere fino all’ultimo la concentrazione, adesso la festa è cominciata. Penso che quello odierno sia il risultato di tanti mesi di lavoro, siamo arrivati qui preparati specialmente dal punto di vista mentale. Questa squadra sotto l’aspetto nervoso, nelle partite che contano, non ha mai fallito. Ho sempre saputo che sarebbe stato difficile competere in campionato ma con sette partite a eliminazione diretta i ragazzi dal profilo nervoso, della concentrazione e della determinazione avevano una soglia molto alta e lo hanno dimostrato nelle partite di Coppa e oggi è arrivata la dimostrazione che eravamo pronti ad arrivare in fondo. Bello così, per un allenatore ci sono solo cose positive perché oggi è uscita fuori la forza del gruppo. Bellissimo!”
-Abbiamo visto a fine partite le emozioni e la gioia, tutte le sensazioni che passano nella testa di un tecnico che ha vinto la Coppa. Eri davanti a una marea di tifosi e sai meglio di noi che in Ticino per tante ragioni non è facile vincere negli sport principali. Quando dici ‘siamo entrati nella storia’ ti riferisci anche alla gente che ti ha seguito e ci ha creduto, già int semifinale contro il Lucerna c’era Cornaredo gremita e oggi migliaia di persone si sono trasferite a Berna. Che dire dei tifosi bianconeri che ti hanno in qualche modo anche adottato dall’inizio, sei diventato un punto di riferimento, te ne rendi conto?
“Tutto parte dalla votazione per il nuovo stadio, la società ci ha permesso di giocare due partite a porte aperte, tutti sono venuti e noi abbiamo vinto cinque gare consecutive a Cornaredo. Siamo riusciti a spostare l’esito di una votazione, ce l’abbiamo messa tutta inserendo il primo grande tassello. Da lì in poi ho cercato sempre di trasmettere messaggi positivi e aggregativi, di coinvolgere tutti, credetemi non è stato facile rispondere alla miriade di messaggi ma ho cercato di non dimenticare mai nessuno. Dopo ogni vittoria ha sempre cercato di ricordarmi di tutti perché mi dicevo che se voglio raggiungere questo obiettivo devo avere l’affetto della gente. Un affetto che oggi c’è stato. Credetemi essere in campo nel momento in cui il San Gallo ha pareggiato e poi è stato spinto in modo incredibile dal suo pubblico, la partita era difficile da giocare. Invece il nostro secondo gol ha ritrascinato il nostro popolo. Poi nel secondo tempo i tifosi ci hanno spinto, spinto e ancora spinto. Posso solo ringraziarli e spero che stasera possiamo festeggiare insieme.”
-Prima c’è stata la conferenza stampa di Zeidler e abbiamo scherzato sul fatto che di solito il Lugano dice che deve resistere i primi venti minuti. Al che lui ha risposto: questa volta non solo hanno resistito ma ci hanno fatto gol dopo quattro minuti e questo ci ha messo in difficoltà. Il Lugano non è certo stata una squadra difensiva e ha fatto una grande partita ricevendo i complimenti degli avversari.
“Dieci giorni fa ho guardato Real Madrid-Manchester City e ho visto uno schema fantastico ed è quello che abbiamo fatto sull’azione del calcio d’inizio e per poco non siamo andati in gol. Quello è stato il primo segnale che abbiamo lanciato al San Gallo per fargli capire che partita intendevamo disputare. La terza rete -quella che ha chiuso la partita- è arrivata su uno schema provato in allenamento con rimessa laterale, apertura su Lavanchy e Bottani che si inseriva al centro. Quello che è sceso in campo oggi è stato un Lugano con degli uomini magari a trazione difensiva perché ho schierato sugli esterni un terzino come Lavanchy e un centrocampista come Custodio ma sapevamo come volevamo ripartire e penso che siamo riusciti a fare il meglio. La chiave del match era mettere più centrocampisti possibili in grado di palleggiare, lasciando a Bottani la libertà di colpire dove desiderava, con Custodio che entrava dentro il campo, con Lovric e Sabbatini che dopo un quarto d’ora hanno giocato in maniera fantastica. Quindi al di là delle apparenze l’obiettivo era quello di colpire e vincere.”
-Alla fine questo è il risultato della tua pianificazione e rotazione dei giocatori, alla fine hai vinto tu.
“Possiamo tranquillamente affermare che non è che l’ho vinta io ma che i giocatori mi hanno ascoltato. Hanno creduto in tutte le mie rotazioni, a volte non è stato facile, mi sono preso le critiche perché in campionato qualche risultato non era favorevole. Ma io sapevo che per arrivare a questa partita mentalmente più forti di loro qualcosa avrei dovuto concedere da qualche parte. Non avevamo la forza per arrivare fino in fondo a raggiungere i due obiettivi, poi l’YB non ha fatto tutto quello che doveva e siamo sempre rimasti lì attaccati quasi per caso. Però penso che la vittoria contro lo Young Boys la scorsa settimana abbiadato grande forza a questa squadra. Sono stato sì bravo a convincere qualcuno dei ragazzi a giostrare in altre posizioni o a star fuori. Penso che tutto la fiducia che ho riposto in loro oggi sia stata veramente ripagata.”
-Hai il sentimento di aver giocato una partita come l’avevi preparata?
“Era una partita veramente importante e per qualche giocatore, penso a Lavanchy, Custodio, Lovric e lo stesso Maric, era l’ultimo atto in bianconero, una sorta di last dance. Sapevo che il San Gallo mette sempre grande pressione ma ero anche conscio che se i miei giocatori avevano voglia di farcela, di approfittare degli spazi che i sangallesi ci avrebbero lasciato noi avremmo conquistato la Coppa. Il coraggio era la chiave del match e dopo pochi minuti ho capito che c’eravamo ad immagine di Valenzuela, il laterale sinistro che ha disputato una partita incredibile così come i suoi compagni. “
-Ti sei meritato il rinnovo?
“(ride) Ho ancora un anno di contratto. Devo sempre riconoscere che quella fatta dai dirigenti non era una scelta facile, io non ci avevo mai pensato dal momento che ero a interim fino alla partita con il Basilea. Sapevo che non avevo il diploma per allenare e on c’è l’ho ancora ufficialmente in mano nemmeno adesso, probabilmente entrerò nella storia del calcio svizzero come primo tecnico senza patentino che vince la Coppa. Devo ringraziare chi ha avuto questa idea folle che nasce anche da un’amicizia con Carlos da Silva che avevo conosciuto al Grasshopper: so che lui mi ha sponsorizzato. Io l’ho detto oggi alla mia squadra, nelle brevi parole prima di scendere in campo. ‘La proprietà mi ha scelto non perché avessi più competenze o esperienza degli altri ma semplicemente perché ero la persona che aveva più fiducia in questo gruppo. Questa fiducia oggi è stata ampiamente ripagata.”
-Sei anni fa a seguire la finale con lo Zurigo arrivarono 6’500 persone oggi ce ne sono quasi diecimila. Quanto è contato, non solo in campo, il fatto che alla guida del Lugano ci sia un allenatore ticinese, l’effetto Crus?
” Penso tantissimo. Ci ho lavorato tanto su questa cosa. Ho avuto momenti in cui ero stanco anche di testa per cercare di accontentare tutti, di essere il più positivo possibile. Siamo un cantone che quando vuole qualcosa e vuole festeggiare, e io sono mo-mo lo so, c’è sempre. Sono veramente stato contento oggi di aver visto una marea di tifosi partire da tutte le stazioni, non solo da Lugano. Vuol dire che in questa stagione qualcosa abbiamo seminato e lasciato. Senza dimenticare i risultati che hanno aiutato, a oggi oltre ad aver fatto la storia del club ci giochiamo anche un terzo posto. Quando arrivo a Cornaredo ogni volta che vedo le foto appese sulla vecchia tribuna e mi dico che volevo esserci anch’io un giorno o l’altro. E’ la cosa che mi ha spinto a lavorare nei dettagli sulla partita di oggi e finalmente potrò esserci nelle foto, ammesso che mi mettano.”
-Cosa c’era nelle lacrime che hanno solcato il tuo volto al fischio finale?
“Credimi, non mi sono mai voluto nascondere dopo gli ottavi di finale vinti contro l’YB. Ho sempre dichiarato che il nostro obiettivo era vincere la Coppa. Fare sempre lo spavaldo con queste dichiarazioni comportava comunque una certa dose di pressione che aumentava. Fallire oggi per me non sarebbe stato assolutamente facile visto che avevo sempre detto di essere convinto. Nelle lacrime c’erano tante cose, soprattutto la gioia di aver visto questo gruppo festeggiare.”