Croci-Torti: cambieremo qualcosa

Croci-Torti: ci vorrà meno ansia da prestazione

Per la undicesima giornata di Super League domenica alle 16.30 il Lugano sarà di scena al St. Jakob Park di Basilea, in una delle sfide più affascinanti del calcio svizzero. Dopo l’allenamento di venerdì mattina Mattia Croci-Torti ha incontrato i giornalisti per parlare del match. Per quanto attiene all’organico si sono allenati regolarmente Bottani e Maric ma il loro impiego dal primo minuto dipenderà dalle sensazioni psico-fisiche avute dopo la seduta di stamane. Guidotti non sarà invece sicuramente a disposizione mentre Baumann ha svolto la sua prima settimana in gruppo.

-A differenza di altre sconfitte, anche se ultimamente non ne erano arrivate, a Zurigo si è vista nel dopo partita una squadra tremendamente arrabbiata. Troppo gli errori banali, si è detto, ma erano più di concentrazione o tecnici?

“Abbiamo analizzato  molto bene la partita nei giorni seguenti; dal campo onestamente avevo avuto anch’io la sensazione che a più riprese si sarebbe potuto far meglio e ho parlato a caldo di errori tecnici. Poi, riguardando le immagini, abbiamo sbagliato qualcosa a livello di movimenti e di corse, siamo stati un po’ frenetici in certe giocate. Come quando vinciamo cerchiamo di trarre indicazioni e di migliorare quei due o tre punti che ci sono parsi delicati a Zurigo.”

-Quindi più calma nella costruzione del gioco?

“Ci siamo fatti un po’ prendere dall’ansia di questo match. I giocatori erano arrabbiai perché abbiamo preso un gol al 78′ e fino a lì avevamo controllato bene la situazione. L’avevo detto alla vigilia, sapevamo  cosa lo Zurigo stava facendo bene ultimamente con i tre elementi dietro le punte, eravamo consapevoli che inserendo in quella zona del campo Custodio avremmo potuto metterli in difficoltà. E alla fine abbiamo concesso veramente solo tre o quattro situazioni mentre l’anno prima, ad esempio, mi ricordo  che  eravamo già in difficoltà il primo tempo. Sabato invece siamo stati bene in partita ma quando prendi quel gol nel finale sulla palla lunga è difficile da digerire. Sono situazioni che capitano e che dovremo migliorare”

-A Basilea nel dopo partita di Conference League giovedì sera, dopo aver parlato della vittoria sull’Omonia, qualche giocatore si è già proiettato sul Lugano. Si aspettano un avversario chiuso e pronto a ripartire, una squadra bene organizzata contro la quale si deve segnare subito altrimenti poi diventa complicato trovare spazi. Cosa risponde lei?

-Ho visto la partita del Basilea ieri. Sono una squadra forte e meritano il primo posto in campionato. Come dico ogni settimana noi andiamo a giocarcela, certe volte lo facciamo meglio di altre. Dobbiamo cercare di avere maggiore costanza nelle prestazioni, non solo nella fase difensiva come a Zurigo ma anche in quella offensiva”.

-Se lo Zurigo è la bestia nera del Lugano la stessa cosa si può dire dei bianconeri rispetto al Basilea. Negli ultimi sette scontri diretti aveva subito solo una sconfitta, con tre pareggi e tre vittorie. Come mai?

“Perché giocare a Basilea con lo stadio vuoto era più facile, anzi molto più facile. Adesso è diverso, ci sono altre emozioni. Bisognerà reagire colpo su colpo, quella frenesia che è esistita a Zurigo, con i tifosi che spingevano i loro beniamini per tutta la partita, va gestita, sono dinamiche che non conoscevamo più da due anni. Dobbiamo tornare ad abituarci alla pressione dell’avversario quando è spinto dal pubblico. E’ la pressione che in cuor mio spero che metteremo mercoledì a Cornaredo con i nostri tifosi nella partita di Coppa contro lo Young Boys.”

-So che agli allenatori piace prendere partita dopo partita. Nella mente, magari in un angolino,  c’è comunque già la sfida di Coppa contro i campioni svizzeri, visto che è un’obiettivo della società?

“No. All’YB non ci penso nemmeno. E’ troppo importante la sfida con il Basilea di domenica. Non siamo una squadra che attualmente possa concedersi un grande turn-over, non devo ripeterlo ogni volta. Quindi pensiamo a una partita alla volta e quella di domenica è bella da disputare e sentita dai giocatori quindi è inutile andare a parlare di un match in programma tra sei giorni che avrà tutt’altre dinamiche. Sentiamo la partita di Basilea e vogliamo offrire una bella prestazione. Allo Young Boys e al Servette domenica penseremo a tempo debito.”

-Quindi mercoledì non hai guardato lo Young Boys, non ti sei già focalizzato sull’avversario di Coppa?

“E’ sempre un piacere assistere alla Champions League e alle partite dell’YB. Mi incuriosiva capire come mai avessero cambiato sistema di gioco. E’ sempre bello comprendere  le intenzioni di un allenatore e mercoledì Wagner ha fatto una scelta strana, bella, che non ha pagato. Ma la mia testa oggi è solo al St. Jakob”.

-La prima partita che avevi fatto con il Basilea come tecnico ad interim era stata interpretata benissimo dai tuoi ragazzi. Avevate messo sotto gli avversari. Adesso che sono passate diverse settimane e hai potuto dare una tua impronta alla squadra, pensi che convenga a ritornare a quel Lugano magari con la difesa a tre?

“Quello era un Basilea completamente diverso, senza Esposito e che veniva a giocare per la prima volta con un 4-3-3 invece del solito 4-4-2. Il Basilea quest’anno è una squadra che lascia spazi e noi tra gli spazi abbiamo sempre fatto bene, però è un avversario che cerca comunque di dominare sempre le partite. Ieri ha avuto il 70% di possesso palla e doveva vincere 5-0. E’ un complesso forte ma ogni partita è fatta a suo modo. Troveremo un Basilea che cercherà dei fare pressione, pressione e pressione e noi dovremo cercare di uscirne per fargli male. Sull’aspetto tattico ci sono tante idee, abbiamo lavorato su diverse varianti e penso di aver trovato un assetto ma bisognerà vedere dopo la partita se sarà stato quello giusto.”

-Avrai di fronte Zhegrova, Cabral ed eventualmente Esposito. Anche se non ci riveli come schiererai la difesa sarà evidentemente sotto pressione?

“Ieri il Basilea aveva in panchina Ndoye, Stocker, Males, Insomma una grande squadra. Ma non sono tanto e solo le individualità da temere, quest’anno i renani hanno un principio chiaro: vanno sempre a mille, cercano di mettere grande pressione, raddoppiano sulle fasce perché i terzini spingono tantissimo, cercano di fare tanti cross perché alla fine la loro arma sta dentro i sedici metri e nelle persone che arrivano a scarico. Inutile parlare del Basilea, sappiamo il potenziale che hanno. Devo capire dove possiamo trovare delle soluzioni”.

-Pensi di trovare maggior spazio al St Jakob rispetto al Letzigrund?

“Dipende  se riescono a segnare nei primi minuti o no. Loro quest’anno non guardano in faccia a nessun avversario, sono pronto a scommettere che andranno  convinti sulla loro strada, sanno quello che vogliono e procedono a testa bassa. Pensano di essere i più forti e se sono i primi in classifica un motivo ci sarà”.

-Non è giusto fare nomi di singoli perché  sabato a Zurigo la squadra è mancata in generale. Però chi entra dalla panchina dovrebbe dare di più come Luis Phelipe la cui prestazione è stata abbastanza negativa. E’ in ritardo di preparazione, non si è ancora ambientato, cosa succede?

“Ho avuto la fortuna nella mia carriera di giocare tante partite da  titolare ma sono stato anche parecchie volte in panchina e vi assicuro che entrare in campo a partita in corso è una delle cose più difficili che esistano. Ci sono match nei quali trovi spazi e puoi fare bene, in altri è complicato, A Zurigo loro erano carichi, Doumbia ha rubato tre volte la palla a Luis Phelipe in maniera feroce. Sono una squadra difficile da affrontare. Quando analizzo la prestazione devo pensare soprattutto a quanto accaduto nei primi 77 minuti non tanto ai 13′ finali. Poi ci sono delle volte che abbiamo maggiori spazi e chi è subentrato ha potuto far male e altre volte dove c’è poco o nulla da fare. Non è per dare alibi a chi è subentrato ma era difficile. Le tre sostituzioni sono nate dal fatto che desideravamo cambiare qualcosa,  dare uno sprint maggiore e non ci siamo riusciti ma devo dire che è stato bravo lo Zurigo a non farli entrare in partita”.

-Reto Ziegler  si è sfogato nel dopo partita dicendo che in campo vanno i giocatori. Tu hai sentito qualche pressione addosso in settimana?

“Assolutamente nessun tipo di pressione. Le critiche così come i complimenti fanno parte del gioco. Poi bisogna capire chi ti fa le critiche. Chi conosce Reto sa che è un ragazzo che vuole sempre vincere. Le sue osservazioni ai compagni le ha fatte in maniera positiva per vederli entrare in campo in modo migliore la prossima volta. Abbiamo parlato anche con lui in settimana spiegando che certi appunti su come qualcuno si allena è meglio tenerli per sè. Ma la mentalità di Ziegler è nota a tutti e forse abbiamo già discusso abbastanza di questa cosa.  Se le stesse cose le avesse dette un altro forse avrebbero fatto un effetto diverso ma dette da uno che da quando è arrivato a Lugano, sei mesi fa,  ogni giorno dice e scrive sulla chat di squadra “voglio vincere” è un messaggio che passa diversamente”.

-State già analizzando la necessità di una profondità di rosa per il mercato di gennaio?

“Con Carlos Da Silva le intenzioni sono chiare. Il messaggio arrivato dalla società, prima ancora che firmassi il contratto, è eloquente. Sappiamo le dinamiche del gruppo e dove andrebbe rinforzato. Dobbiamo stringere i denti sino a dicembre, ci siamo parlati a quattr’occhi e di problemi non ce ne sono. Qualcosa ci manca ma vogliamo lavorare con i giocatori che abbiamo cercando di migliorarli tutti. Se Luis Phelipe appena entrato in campo avesse fatto l’assist per il pareggio staremmo parlando di altro. Non è successo, vediamo di fare in modo che sia pronto magari da domenica o mercoledì. Non  siamo in tanti e c’è bisogno di tutti.”

-E dell’opzione Nikolas Muci che dici?

“Muci è un ragazzo che ha grandi potenzialità. Braga l’ha messo in campo dall’inizio perché meritava di giocare quelle partite, al momento preferisco altri attaccanti ma è un ragazzo di 18 anni che deve continuare a lavorare per farmi capire che devo scegliere lui. Nicolas ha un’attitudine fantastica, il tempo è dalla sua parte, secondo me se va avanti così potrà dare una mano al Lugano. La parola chiave è pazienza”.

-A questo proposito qualche giocatore del Basilea ha detto che contro il Lugano bisognerà avere tanta pazienza, aspettano probabilmente un vostro errore.

“Quando una squadra dice che deve avere pazienza con noi fa un complimento alla nostra attitudine, concentrazione e voglia di difendere. Sanno che non è facile superarci perché tutti i bianconeri negli ultimi anni hanno mostrato grande determinazione nel non voler far segnare gli avversari. Dobbiamo fare un salto successivo, bisognerebbe che gli avversari non dicano ‘dobbiamo avere pazienza’ ma ‘dobbiamo fare attenzione al Lugano’. E’ un obiettivo. Non sono qui per schierare una squadra che pensa solo a difendersi. Fino a tre settimane fa mi avrebbero detto sei un difensivista che gioca con il 3-5-1-1 adesso che siamo andati a Zurigo con il 4-3-3 non trovando però spazi, qualcuno ciononostante ha  criticato. Sappiamo che non vogliamo più fare solo catenaccio ma qualcosina in più, ma che bisogna lavorare molto.”

 

 

 

 

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