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Cimignani: convinto dal gioco offensivo bianconero

Cimignani: convinto dal gioco offensivo bianconero

Yanis Cimignani, centrocampista francese di fascia, è uno dei nuovi acquisti del Lugano. Il giocatore, nato il 22 gennaio 2002, è arrivato dall’Ajaccio con all’attivo 8 presenze nella serie A transalpina e 6 convocazioni con la nazionale U20. Yanis si è presentato ai giornalisti prima dell’allenamento di lunedì pomeriggio.

Numero 21

-Come mai hai scelto il numero 21 sulla maglia: per la tua età?

“Avrei preferito il 22 ma era già appannaggio di un compagno (Ayman El Wafi)  e quindi mi andava bene anche il 21, che poi sia anche la mia età fa parte delle ragioni. Mi fa pensare a certi giocatori  come Pirlo, Zidane, Dybala che amo molto.”

Lega competitiva

-Cosa conosci del calcio svizzero e della Super League in particolare?

“So che è un campionato molto seguito e nel quale i giovani possono mettersi in buona luce. Ha su di sé l’attenzione dei campionati tedesco, italiano e francese e questo mi ha attirato. E’ un campionato competitivo con molte squadre che possono qualificarsi per l’Europa. So che è una Liga competitiva ed è quello che apprezzo e che cercavo.”

-Hai magari parlato con il tuo ex compagno Spadanuda che ha giocato nell’Aarau?

“Vero, ho chiesto il suo parare sia sul Lugano sia sulla Super League. Mi ha parlato in maniera  positiva e mi ha incoraggiato a perfezionare qui il mio percorso, ciò che avrebbe potuto farmi solo del bene. Ha aggiunto che mi divertirò molto perché è un campionato molto offensivo che assomiglia alla Bundesliga ed è proprio quello che cercavo”.

Mancato rinnovo

-Gli ultimi sei mesi hai vissuto un periodo difficile nel tuo club francese: il mancato rinnovo del contratto ha indotto i dirigenti dell’Ajaccio a metterti da parte. Cosa è successo veramente?

“Ho avuto un disaccordo al momento di siglare il rinnovo, non ci siamo intesi su certi punti. Il club mi aveva avvertito che se non avessi firmato per loro avrei chiuso. Ho trovato la cosa riprovevole ma ho deciso di andare avanti per la mia strada e sono contento ora di essere qui e poter difendere i colori della mia nuova società”.

-E’ stata dura per te attendere tutti questi mesi prima di poter tornare a giocare una partita ufficiale e dover guardare i tuoi compagni dalla tribuna?

“Soprattutto perché eravamo stati promossi in Liga 1. Avevo giocato tutta la stagione precedente guadagnandomi la promozione assieme ai compagni. Era una sorta di ricompensa e speravo di poterne approfittare. Dopo un po’ di partite non essere più schierato è stato complicato ma ho vissuto questa stagione come un periodo di miglioramento e di esperienze. Ho lavorato per poter tornare un giocatore ancora migliore. E’ stato complicato ma sono cresciuto dal profilo mentale e da altri punti di vista”.

Nessun freno

-Non credi che questi sei mesi senza poter giocare abbiano costituito un freno alla tua giovane carriera: prima molti parlavano di te ed eri nel giro delle nazionali giovanili?

“Non so se potrei definire così questo periodo. Non è stato un freno, visto che è stata una mia scelta quella di restare o di partire. Penso di essere contento di essere arrivato in un club che gioca le coppe europee e che in Svizzera si gioca le prime posizione. E’ vero che ho mancato gran parte della stagione ma non lo vivo come un freno nella mia progressione.”

Mi piace il progetto 

-E’ soprattutto la prospettiva europea ad averti convinto a scegliere Lugano?

“L’Europa ma soprattutto il progetto che mi è stato presentato. Ho parlato con l’allenatore Croci-Torti che mi ha illustrato il progetto di gioco offensivo della squadra: mi ha spiegato che l’anno scorso avevano ottenuto il record delle reti segnate. Venivo da esperienze difensive e volevo vivere altre sensazioni. Con la nazionale francese ho giocato più offensivo e mi sono sentito meglio. Mi piace l’idea di giocare offensivo, all’attacco e lottare per i primi posti. Poi è anche importante giocare partite delle coppe europee. ”

Ho visto la finale

-Hai visto qualche partita del Lugano lo scorso anno?

“Anche in Francia si parla del calcio svizzero per la presenza di elementi come Diouf del Basilea. Ho visto diverse partite del Lugano, compresa la finale di Coppa svizzera. Il gioco mi piace: è un’ottima squadra con bravi giocatori. Praticano un bel calcio”.

Fuori dalla Corsica

-Al di là del progetto per te si tratta anche di una sfida esistenziale: sei nato e cresciuto in Corsica ed è la prima volta che lasci l’isola.

“Ho riflettuto a lungo su cosa volevo fare: se restare in Francia o andare all’estero. Ho fatto questa seconda scelta anche per lasciare un po’ la zona di confort dov’ero cresciuto. La Corsica è una regione piccola dove ci conosciamo tutti. Volevo cercare qualcosa di nuovo e imparare una nuova lingua. Sono curioso delle nuove esperienze.”

Vogliamo ripeterci

-Quali sono gli obiettivi sia a livello individuale che di squadra?

“Come squadra giochiamo per il titolo e le parti alti della classifica. L’anno scorso è stata raggiunta per la seconda volta la finale di Coppa e anche quest’anno cercheremo di ripeterci. In Europa non vogliamo solamente figurare ma cercare di fare il percorso più lungo possibile. A livello individuale arrivo da sei mesi senza partite ufficiali e dovrò ritrovare il ritmo. Desidero avere un impatto in squadra, apportando qualcosa e facendo in modo che si possa proseguire nel cammino fin qui intrapreso.”

Peccato per gli Euro U21

-Avresti potuto partecipare agli Europei U21: ti dispiace non esserci?

“Sì, ho guardato le partite in televisione, ho seguito soprattutto Francia e Svizzera. E’ complicato farti selezionare quando non giochi titolare nel tuo club.”

Affrontare Messi

-Si diceva che il tuo idolo è Messi: è stato un peccato quindi non essere in campo in autunno quando Ajaccio ha sfidato il PSG?

“E’ evidente che giocare al Parco dei Principi era un obiettivo d’inizio stagione. Affrontare sul terreno Messi e Mbappé (Neymair non c’era) è un sogno per tutti. Ma ho fatto una scelta e devo seguire le priorità della mia carriera. Avrei voluto essere in campo ma me ne sono fatta una ragione.”

A destra e a sinistra

-Come ti presenteresti a chi non ti ha mai visto giocare e dove hai margini di miglioramento?

“Sono un esterno offensivo sinistro, tecnico, che ama il gioco corto e le triangolazioni strette. Posso giocare anche a destra o più centrale. Quanto ai miglioramenti posso lavorare ancora sull’aspetto fisico,  sulle conclusioni a rete e sull’ultimo gesto che è molto importante nel calcio moderno. ”

 

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