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Celestini: meritavamo il pareggio

Dallo spogliatoi del Malmoe a fine gara giungono canti di giubilo come se la squadra temesse la sfida con il Lugano e fosse al settimo cielo per la vittoria. Umore diverso, ovviamente, nel clan bianconero. Il presidente Renzetti afferma che vuole attendere le partite di ritorno con gli svedesi e con il Copenaghen per tirare la riga perché è convinto “che possiamo battere ambedue questi avversari e lo a abbiamo dimostrato in casa loro”.  Lo stesso patron luganese  si rammarica per le assenze (Vecsei all’ultimo minuto e Lavanchy) e per la sfortuna: dopo il palo di Maric a San Gallo contro la Dinamo, quello di Yao stasera che sarebbe valso il pareggio.

Fabio Celestini (TiPress) si presenta in conferenza stampa e dichiara subito che la sua squadra “è partita bene, abbiamo rubato palla già dopo un minuto con conclusione di Gerndt e poi abbiamo imbastito altre trame. Peccato per il rigore che ha cambiato le cose e poi c ‘è stato il secondo errore difensivo; ma non ho visto un atteggiamento dei ragazzi rinunciatario, abbiamo subito un po’ il colpo ma non ricordo parate di Baumann nel primo tempo. Nel secondo tempo siamo entrati con lo stesso spirito, la differenza è che abbiamo fatto gol e questo chiaramente da una carica differente. Ripeto la squadra non ha cominciato male il match ma abbiamo commesso due errori che a questi livelli si pagano cari. Mentre noi colpiamo il palo e la palla esce, com’era già successo con lo Zurigo in campionato e anche altre volte. Mai che la fortuna ci arrida, comunque la sconfitta non l’abbiamo meritata.”

-Succede spesso che partiate male, non è che avete una specie di blocco mentale?

“No, succede a tutte le squadre di non disputare 90 minuti allo stesso livello. Io ho visto la squadra iniziare bene la partita, dopo il rigore c’è stato un attimo di smarrimento, ricordiamoci che stiamo giocando in Europa League in uno stadio caldo come Malmoe. Ci sta che passi magari venti minuti nel tuo campo, però ne abbiamo passati 45′ nella ripresa nella loro metà campo. Può darsi che loro ci abbiamo lasciato giocare maggiormente, ma se fai questo il Lugano è capace di punirti. Abbiamo fatto un gran gol. Mi spiace solo che nel primo tempo abbiamo subito il rigore e poi commesso l’altro errore, sono sbagli che solitamente in difesa non facciamo. Oggi invece abbiamo subito due reti che non prenderemmo mai. Anche il raddoppio è arrivato da un centro dalla sinistra  dove noi eravamo in due contro uno: era una palla che non avrebbe mai dovuto arrivare in area. Comunque non stiamo mai stati in sofferenza, nel secondo tempo ovviamente la giochi di più perché sei sotto.”

-Come mai il passaggio alla difesa a tre con l’arretramento di Custodio al centro?

“Perché non avevo in panchina difensori esterni ed eravamo sotto nel risultato. Se vi ricordate Olivier ha giocato in difesa sia a Losanna sia a Lucerna e oggi ha fatto una grandissima gara da centrale. Sapevo che poteva farlo, anche tecnicamente ci aiuta a uscire con la palla. Visto che Yao ha sentito un indurimento alla coscia, invece di far scaldare Kecskes, ho preferito questa soluzione. Se fossimo stati in parità o in vantaggio avrei cambiato strategia ma in quel momento ho preferito inserire attaccanti anche perché Custodio può ricoprire più ruoli”.

-Ritiene che il pareggio fosse un risultato più equo?

“Credo di sì. Non abbiamo magari fatto cose sufficienti per vincere, anche se va detto che noi per vincere dobbiamo sempre fare molto di più dell’avversario. Oggi se vogliamo mettere sulla bilancia quanto si è visto c’è stato un tempo a testa e quindi il pareggio era giusto. Però alla fine i pareggi sono sconfitte e le vittorie sono pareggi perché questa è la realtà; contro la Dinamo Kiev meritavamo qualcosa in più, ricordo anche il colpo di testa di Maric sulla traversa a pochi minuti dalla fine. Contro lo Zurigo meritavamo noi di vincere. Oggi di nuovo abbiamo colpito un palo e alla fine sono tanti, ma un punto lo avremmo meritato.”

-Hai giocato la carta Lovric per la defezione all’ultimo momento di Vécsei: cosa pensi della prova dell’austriaco?

“Penso che anche lui abbia bisogno di continuità. Ma in questo momento con i risultati che  abbiamo non è facile per i nuovi integrarsi al 100% e per me fare delle scelte alternative e puramente tecniche. Ci sono tanti aspetti che entrano in gioco, facciamo fatica a segnare e a vincere e vi sono dinamiche di gruppo da tenere presenti. Come Lovric, che è un ragazzo di 21 anni non dimentichiamolo, anche Holender avrebbe bisogno di continuità e così Rodriguez che è rientrato dopo un lungo infortunio. Purtroppo il calcio va di corsa ed è complicato fare spazio a tutti, stiamo remando  per trovare tranquillità ed equilibrio tra contenuti e risultati e non ci stiamo riuscendo, quindi per loro non è semplice”.

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