Celestini: il campionato comincia domenica
Gruppo diviso in due parti per l’allenamento di venerdì mattina. A ognuno è toccato lavoro in palestra, video e seduta sul campo. Al termine vi è stata la tradizionale conferenza stampa di Fabio Celestini, tenutasi eccezionalmente al Casinò di Lugano (TiPress) nel giorno della presentazione dell’accordo triennale di sponsorizzazione tra la casa da gioco e il FC Lugano.
-La prima domanda rivolta al mister bianconero ha riguardato la formazione titolare: per le prime tre giornate di campionato hai schierato lo stesso undici, come mai?
“E’ una decisione che può essere letta in vari modi. Dopo la partita di Zurigo dove avevamo vinto per 4-0 era giusto ridare fiducia allo stesso undici, anche perché in rosa abbiamo giocatori che si sono aggregati in seguito e che sono con noi solo da un mese, devono trovare la forma giusta. Chiaramente nell’immediato futuro le cose cambieranno, la rosa è di una ventina di elementi con un livello simile e questo mi dà possibilità di schierare varie formazioni. Inoltre andiamo incontro a un periodo ricco di impegni e sarà impensabile riproporre gli stessi undici elementi quando si scenderà in campo ogni tre giorni. Già domenica non sarà lo stessa formazione di Berna e la settimana successiva la stessa cosa. Ripeto sempre che non è che l’undici di partenza lo scelgo io, sono i giocatori a farlo. Se la squadra avesse vinto tutte e tre le prime partite sarebbe diventato difficile cambiare. Alla fine sono le prestazioni che motivano le scelte, poi ci sono stanchezza, infortuni, squalificati e altri motivi per cambiare.”
-Nel calcio le prestazioni vengono valutate in base alle prestazioni e alle reti segnate. Quali indicazioni positive hai tratto allora visto che nelle ultime due giornate non avere messo a segno nessun gol?
“Sono differenti. Contro il Thun a Cornaredo abbiamo avuto cinque o sei occasioni da gol nettissime, a pochi metri dalla porta. Abbiamo creato tanto e se alla fine del primo tempo ci fossimo trovarsi sul 3-0 non ci sarebbe stato nulla da dire. Allo Stade de Suisse per contro abbiamo creato molto meno. A Zurigo avevamo fatto quattro gol nei primi cinque tiri, contro il Thun pur avendo occasioni più chiare non l’abbiamo messa dentro. E’ ancora presto per dare giudizi definitivi, il campionato -come ho detto ai ragazzi- comincia domenica. Dobbiamo vedere la stessa qualità sul piano difensivo però a livello offensivo qualcosa in più sul piano della determinazione e della qualità per fare gol. Sono certo che in questa squadra vi sono giocatori che hanno i mezzi per segnare. Cerchiamo l’equilibrio tra l’efficacia eccezionale mostrata a Zurigo e la scarsa incisività in area (nonostante le occasioni) denotata contro il Thun.”
-Su questo aspetto avete lavorato in settimana, ad esempio sulle palle ferme che sono spesso determinanti?
“Si preparano le partite un po’ nello stesso modo. Tutte le fasi sono importanti: non è perché non abbiamo segnato su calci piazzati che li lavoriamo maggiormente. Chiaramente nel discorso generale posso andare a incidere su certi parametri dove vedo che siamo mancati. Più che nelle fasi dobbiamo essere consapevoli di essere ambiziosi, concentrati, determinati, più cattivi negli ultimi venti metri. Per me, che ho riguardato tre volte la partita con lo Young Boys, nei 60 metri centrali siamo stati superiori ma le partite si vincono negli ultimi venti metri. Non basta essere bravi nella zona centrale ma in zona difensiva e in zona gol. Abbiamo fatto due errori evitabili e abbiamo incassato due reti. Alla fine la partita è cambiata perché loro sono passati in vantaggio e noi no. E’ vicino all’area avversaria che dobbiamo migliorare; dobbiamo voler vincere e a Berna l’avremmo potuto fare.”
-Hai sempre detto che siccome non avete attaccanti che segnano moltissimo sarebbero dovuto essere i centrocampisti a sopperire. Sei contento di quanto stanno facendo?
“Contro lo Zurigo hanno fatto gol soprattutto loro. Tocca agli attaccanti ora segnare. Chiaramente con il ritorno di Junior, con Holender che è in discreta forma, abbiamo elementi che potranno integrare l’attacco in modo da dargli maggior peso. Mi aspetto qualche rete anche da Bottani e da Gerndt, non possiamo sempre attendere la mezzala o il difensore di fascia. Davanti ci sono elementi che possono mettere a segno in una stagione sette o otto gol. Dobbiamo trovare l’equilibrio tra difendere bene e attaccare in modo incisivo: poi chi fa gol è indifferente. Basta segnare. “
-Quindi Junior e Holender sono pronti a rubare il posto ai titolari?
“Non è un termine che mi piace. Sono pronti ad aiutare la squadra. Ho detto ai ragazzi che il campionato inizia domenica e che mancano ancora almeno 40 partite, sono tante. Ci sarà posto per tutti. Carlinhos e Holender sono pronti ad aiutarci perché hanno caratteristiche un po’ diverse dagli altri attaccanti. E’ importante di averli, Junior è stato l’elemento che ha segnato maggiormente lo scorso anno, é uno che vede la porta e che ci dà profondità. Ha uno spirito fantastico e sono contento di averlo a disposizione.”
-Sogni di poter trattenere Junior a Lugano?
“Faccio parte del FC Lugano. La società mi mette a disposizione una rosa e io l’alleno, facendo in modo che tutti si sentano a proprio agio. E’ quello che sta succedendo al di là delle situazioni individuali. Anche se è in un momento particolare Junior si allena benissimo, ha voglia di giocare e di aiutare la squadra: vuol dire che si sente bene. Poi il giorno che eventualmente non ci sarà più significherà che avremo aiutato la società. So che hanno bisogno di certe cose e di fare mercato e io devo andare incontro. L’avevo già fatto a Losanna: l’allenatore deve valorizzare i giocatori perché il club deve poi cederli per far quadrare i conti. E’ la stessa realtà di Lugano: so che oltre a fare punti devo contribuire a valorizzare i giocatori. Come ho detto al presidente Renzetti non sono un tecnico che dirà mai “Junior deve restare assolutamente qui”. So che ci sono problematiche societaria e io faccio parte di questa famiglia. Che si gioca di più oggi è il presidente non l’allenatore o i giocatori. Non possiamo girare la testa dall’altra parte. Se vogliamo ricevere lo stipendio fine mese ci sono equilibri da mantenere.”
-Il tuo giudizio sull’ultima partita del Sion: ha fatto tutto lo Zurigo?
“E’ vero, il calcio talvolta è bugiardo. Se Kololli avesse trasformato il rigore il match sarebbe terminato sul 4-1 per gli zurighesi, che avevano anche un uomo in più. Invece si sono imposti per 3-1 i vallesani. Non credo che Magnin abbia impostato male la gara, ha letto bene il match, avevano in mano la partita, se segnano il rigore e vincono si sarebbe detto che lo Zurigo aveva fatto una grande prestazione e il Sion era stato deludente. Invece è scivolata dalla parte del Sion grazie ai dettagli. Kasami è entrato con lo spirito giusto e ha fatto due gol. Non credo invece che il passaggio al 4-2-3-1 abbiamo cambiato qualcosa, Henchoz l’aveva già provato contro il Servette e non era successo nulla. E’ il rigore sbagliato dallo Zurigo che ha cambiato le sorti del match.”
-Sono l’inviato di TeleLombardia, siamo a due settimane dal sorteggio di Europa League: che volontà avete di confrontarvi con squadre italiane, spagnole o inglesi?
“Per i giocatori, per l’allenatore e per la società sarebbe bellissimo calcare scenari che di regola vediamo solo in televisione il martedì o mercoledì sera. Sarebbe fantastico, ma poi dovremo far bene. Non si può andare in EL a fare figuracce. E’ bello vedere i nomi che ci toccheranno ma dobbiamo esser pronti ad aver voglia di fare risultato. Bisogna essere ambiziosi e mirare al passaggio del turno. Spero che i giocatori abbiano le ambizioni giuste. E’ ancora presto per parlarne, ora ci dobbiamo concentrare solo sul campionato. Quello che ci dà il pane quotidiano è la Super League non l’Europa. Dobbiamo fare bene in Svizzera se vogliamo distinguerci in EL, non il contrario; non bisogna sbagliare l’obiettivo. Una buona stagione in campionato ci darà la forza per confrontarci bene con altre realtà.”
Commenti (1)
Armando Vavassori
Ottima, come sempre, l`analisi di Celestini e certamente non è assoltamente facile rispondere alle domande, mantenendo un netto profilo professionale.Bravo Fabio, le tue conferenze stampa si leggono volontieri.