Celestini: attenti alle ripartenze del Lucerna
Il Lugano si è allenato anche venerdì mattina in vista della partita di domenica pomeriggio con il Lucerna. Match che si inizierà alle 16 e che vedrà la squadra ticinese scendere in campo in maglia verde per sottolineare il secondo anno di collaborazione con Greenhope, la fondazione che si occupa di offrire occasioni di svago a ragazzi colpiti da malattie tumorali e alle loro famiglie. Dalle 18 le maglie che Sabbatini e compagni indosseranno saranno messe all’asta su ricardo.ch e l’intero ricavato andrà a favore delle attività di Greenhope.
Al termine dell’allenamento di venerdì Fabio Celestini ha risposto alle domande dei giornalisti partendo dal conto in sospeso con i lucernesi, la famosa partita del 10 novembre 2018 giocata a Cornaredo sotto una pioggia incessante e dominata dai bianconeri (tre i pali colpiti) ma che aveva visto il Lucerna imporsi per 4-1.
“Fu la partita più strana che abbia vissuto alla guida del Lugano, malgrado il risultato pesante avevamo avuto la sensazione che dovevamo vincerla. Comunque siamo poi andati a batterli sul loro terreno per 3-0, quindi siamo alla pari. Speriamo di vincere lo scontro decisivo. Sarebbe anche l’occasione di superarli in classifica, mancano cinque giornate e ogni match è importante e vale di più dei tre punti in palio.”
-Proprio la vittoria a Lucerna ha interrotto la lunga serie di pareggi e sconfitte e ha dato una svolta al vostro campionato?
“Rileggendo oggi quel periodo un po’ negativo va detto che abbiamo anche pareggiato diverse partite e con una classifica così corta, quei punti sono preziosissimi. Prima o poi doveva girare e la svolta è avvenuta a Lucerna, il calcio ci ha ridato quanto ci aveva tolto, perché nei primi 20′ non siamo usciti dalla nostra metà campo, poi Armando ha fatto gol e ci siamo sbloccati. Sarebbe bello proseguire nella serie senza sconfitte, saremmo alla decima.”
-Anche perché arrivano Lucerna e Thun una in fila all’altra ed è bello affrontarle con la vostra serenità?
“Si ma anche con molta attenzione; siamo tranquilli del nostro lavoro, sappiamo cosa dobbiamo fare in campo e che spirito metterci però la classifica è cortissima e dobbiamo pensare a giocare per bene una partita dopo l’altra. Ora concentriamoci sul Lucerna.”
-Avete diversi giocatori diffidati, dai qualche istruzione particolare e lasci che ognuno giochi senza il pensiero degli eventuali gialli?
“Ripeto per l’ennesima volta: sono due mesi che non perdiamo qualunque sia il sistema tattico e chiunque siano gli interpreti. Non ci saranno alibi in ogni caso: chi va in campo deve dare il 200 per cento, poi se qualcuno rimedierà una squalifica, vedremo. A Zurigo ricordo che avevo tutta la difesa fuori e che al 45′ siamo rimasti pure in dieci, ciò non ci ha impedito di vincere la partita. Vedete come spesso, noi allenatori per primi, cerchiamo scuse dal campo, alla pioggia, al rigore, all’arbitro, all’allenamento sul sintetico eccetera: gli alibi sono per i mediocri e io per primo non ne voglio.”
-Con lo Zurigo due settimane fa è arrivata finalmente la vittoria a Cornaredo dopo diversi mesi. Quanto influisce questo fatto sulle prossime tre gare casalinghe?
“Anche se fossimo andati a vincere a Berna ma avessimo pareggiato in casa con lo Zurigo la cosa ci sarebbe pesata. Sono contento che ci siamo sbloccati per evitare la psicosi casalinga. In una stagione si possono vincere tre gare di fila, poi perderne alcune, poi pareggiare, non vincere in casa e infine tornare ai tre punti.”
-Anche quando cambi elementi la squadra sembra rispondere bene?
“Il mio problema è che la Federazione svizzera non permette di schierare 14 giocatori dall’inizio… A parte Fazliu che ha pochissimi minuti, gli altri hanno partecipato e sono importanti. Sono partiti tutti per almeno 4 o 5 partite da titolari. Poi ci sono infortuni e squalifiche, ma la squadra non ne risente. Spero che chi è deluso perché non parte dall’inizio poi quando subentra lo faccia con lo spirito giusto. In panchina abbiamo sempre gente forte che può cambiare le partite, anche a Berna, domenica scorsa, è stato così e guardate che non è facile recuperare un gol all’YB nel suo stadio.”
-Di fronte a queste lunghe strisce dall’esterno ci si chiede se settimana dopo settimana ripetete situazioni e gesti per scaramanzia?
“No, prendiamo tutte le settimane come se fosse una nuova. Ho imparato negli anni che da una partita dall’altra non puoi mai riproporre la stessa ricetta, ti può anche andare bene (il calcio è strano) ma in principio ogni partita e ogni avversario sono diversi. Ovvio che non ci sia bisogno di cambiare ogni volta, ma bisogna mettere le cose a zero e ripartire: se affronti il San Gallo o lo Xamax non puoi utilizzare la stessa tattica fondamentalmente. Poi se la domanda è relativa al mettere sempre il calzettino verde o rosso io non lo faccio ma qualcuno dello staff sì. Sono atteggiamenti individuali, io non sono scaramantico ne lo ero da giocatore.”
-Anche in allenamento tieni sempre alta la tensione e stamane gridavi “provate a vincere e se non riuscite va bene anche il pareggio”.
“L’îdea è sempre vincere e anche a Berna siamo partiti per conquistare i tre punti. Poi se le cose si mettono in un certo modo e finisci per pareggiare, va bene lo stesso: in una classifica così corta ogni punto è importante. Voglio vincere tutte le partite e su tutti i campi, mai dirò prendiamo un punto che ci sta bene. Poi se non ci riusciamo cerchiamo almeno di non perdere.”
-Dopo la partita con l’YB parlando di Sadiku lei ha detto che anche lui come noi non ascolta quando parla della difficoltà di mantenere un rendimento costante dopo un grave infortunio. Cosa intendeva?
“Cerco di dare un po’ di tranquillità e togliere pressione al giocatore. Non bisogna pensare che il Sadiku di oggi sia quello che giocava con Alioski. Deve avere il tempo necessario per tornare a essere l’Armando che si conosce. E’ stato operato al legamento crociato ed è tornato ad allenarsi dopo cinque mesi, mentre di solito ce ne vogliono almeno sei. Lo sforzo fatto per tornare, lui è un vero leone, in parte lo paghi poi con una certa incostanza di rendimento. Ma le aspettative sono alte e chiaramente l’analisi delle sue prestazioni può essere fuorviante. Io non sono deluso del suo rendimento. Sapevo che anche a Berna, su un terreno non adatto a lui in questo momento, avrebbe lottato, corso e si sarebbe messo a disposizione della squadra. Anche lui vorrebbe fare di più ma bisogna essere coscienti da dove viene e per me è già una vittoria il fatto che possa giocare regolarmente, senza nemmeno una settimana di pausa.”
-La presenza di Sadiku è importante sul campo, al di là dei gol, anche in settimana durante gli allenamenti e nello spogliatoio?
“Bisogna anche vedere i movimenti che fa in campo senza palla: è lui che fa i tagli e toglie di mezzo difensori facendo spazio a Junior e Gerndt. Lui è molto sorvegliato in area dagli avversari e muovendosi crea possibilità per i compagni di reparto. Fornisce un grande contributo e una parte dei meriti dei gol fatti è anche suo. Il resto lo sapevamo: che fosse un leone e che rappresentasse per noi un valore aggiunto sul piano della spinta agonistica e della competitività era chiaro”.
-Nel Lucerna da quando in panchina è seduto Thomas Häberli è cambiato qualcosa?
“Vedo maggior convinzione, grazie al fatto che sono arrivati i risultati. Giocatori e sistema non sono cambiati: credono maggiormente nei loro mezzi e questo non è poco. E’ una squadra con elementi che ti possono fare male, dobbiamo almeno pareggiare il loro spirito di combattimento, la loro fisicità e forza sulle palle alte. Se non ci riusciamo saremo in difficoltà, a Cornaredo staranno ancora più chiusi difensivamente, cercando le ripartenze nelle quali sono molto bravi. A noi di stare molto attenti. “
-E’ stata annunciata un’amichevole in luglio tra Lugano e Inter a Cornaredo. Celestini sarà sulla panchina bianconera?
“L’ho detto l’altro giorno, diventa imbarazzante per me rispondere a domande come questa. Più che ribadire che sono concentrato sulle ultime partite e sulla squadra non posso fare. Non sappiamo cosa sta succedendo in società, la prima domanda è sapere chi sarà il presidente, con che progetto e con quali giocatori. Poi si vedrà chi sarà l’allenatore. Non ho nessuna informazione in merito. Non sono io a decidere, come dico sempre qua sono felice, l’ambiente è fantastico e mi sento bene. La mia disponibilità a essere in panchina a luglio c’è da tempo e era anche l’intenzione del presidente Renzetti ma siccome non sappiamo cosa succederà concentriamoci sul campo. Il futuro può magari dipendere anche dalla conquista dell’Europa”.