“C’è bisogno subito di uno stadio vero”
Dopo la pausa per le nazionali e la qualificazione della Svizzera ai mondiali in Qatar, riprende il campionato di Super League. Domenica alle 16.30 il Lugano ospiterà il Lucerna. Venerdì nella conferenza stampa settimanale si è ovviamente parlato del match ma anche dell’imminente votazione sul Polo sportivo e degli eventi. Già la SFL, in settimana sul suo sito, aveva inquadrato la vicenda del nuovo stadio “senza il quale il FC Lugano rischia addirittura la retrocessione dalla Super League”. E questo in barba alle dichiarazioni fatte da qualche oppositore male informato. Nell’appuntamento con i giornalisti la domanda che ha innescato la presa di posizione di Mattia Croci-Torti è stata quella sul mercato invernale.
“Posso dire tranquillamente che con Carlos Da Silva abbiamo un rapporto aperto, tutte le sue idee e le dinamiche future del club sono interessanti e sicuramente c’è la volontà da parte della proprietà di mettermi a disposizione una rosa ancora più attrezzata dell’attuale. Sento tanta ambizione da parte loro: sicuramente questo sentimento deve essere garantito anche dall’esito della votazione del 28 novembre. Capisco benissimo che il club ha bisogno di uno stadio vero, come quelli dove giochiamo in trasferta ogni domenica per poter portare a Lugano gli elementi di valore individuati.”
-Da come parli sembra che potrebbe arrivare anche gente con leadership ?
“Abbiamo tanti leader in questa squadra. Sono state identificate le posizioni dove abbiamo bisogno qualcosa in più o di qualcuno che aiuti i titolari al momento. Le cose sono abbastanza chiare ma sappiamo che dobbiamo concentrarci sulle prossime partite. E’ importante arrivare con il maggior numero di punti possibili alla fine di dicembre ed è quello che cercheremo di fare a iniziare da domenica.”
-Chi vincerà il derby di hockey stasera?
“La verità è che siamo veramente tantissimo concentrati e focalizzati su quello che stiamo facendo qui che vivo con un po’ di distacco le altre situazioni. Ci teniamo tanto a fare qualcosa di importante perché -e credetemi non sono parole scontate- vedere Cornaredo come l’abbiamo visto nelle ultime due partite è stato per noi motivo di orgoglio. Queste situazioni ti portano a cercare di fare ancora meglio e di dare sempre di più. La speranza è che domenica ci sia un seguito alle ultime due partite con qualche spettatore in più al quale abbiamo dato la voglia di venire a tifare Lugano. Abbiamo visto che nei minuti finali delle partite il sostegno del pubblico ci ha dato una grossa mano.”
-Hai rosicchiato qualcosa a Basilea e YB: ti senti un po’ più vicino?
“Sono cose alle quali, nonostante io sia un ambizioso di natura, non penso. Non stiamo guardando dietro di noi ma facciamo anche fatica a guardare davanti. Desideriamo fare sempre il meglio possibile; la mentalità che deve avere questa squadra è pensare a una partita per volta. Adesso abbiamo davanti cinque partite difficili e ognuna andrà interpretata in maniera diversa con una positività incredibile. Al termine di questo ciclo guarderemo o più in sù o più in giù.”
-Negli ultimi mesi a Lugano abbiamo imparato a conoscere il tuo coraggio che è stato anche quello di Yakin con la nazionale, anche lui non ha paura degli avversari né di gettare nella mischia giovani. Ti sei ispirato a lui o viceversa?
“Di Murat ho sempre apprezzato la tranquillità e la calma con cui gestisce le situazioni. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e di scambiare più volte opinioni e mi ha sempre trasmesso energie positive. Ringrazio anche la Federazione svizzera per avermi fatto assistere ai due allenamenti tattici che hanno preceduto la trasferta di Roma. Ho visto grande tranquillità e quando in un ambiente si sono questo sentimento e la positività trasmessi da Yakin poi è più facile dare coraggio ai giocatori. Ho visto un elemento come Imeri, al suo primo allenamento con la nazionale, sentirsi a suo agio. Sono questi piccoli dettagli che poi ti portano a fare la differenza il giorno della partita. Penso che sia un tecnico fantastico a livello relazionale con i giocatori, il segreto del suo successo è tanto quello. Faccio l’esempio di Fabian Frei: era un elemento dimenticato, lui l’ha richiamato e gli ha dato fiducia e ha fatto una gran partita a Basilea. Poi non l’ha più convocato sino a questi ultimi match e con la Bulgaria ha disputato una partita grandiosa.”
-Qual è la situazione degli infortunati in vista della partita di domenica?
“Purtroppo questa settimana abbiamo perso Belhadj per un piccolo stiramento e difficilmente lo avremo a disposizione per i prossimi due impegni. E’ l’unica defezione oltre a quella di Bottani, squalificato. C’è stato qualche caso influenzale, Saipi non ha potuto scendere in campo nella seconda partita della nazionale U21 e anche a Lugano, dopo che Baumann s’era ammalato prima del Losanna, qualche giocatore ha avuto contrattempi febbrili. Per il resto stiamo molto bene, ieri e oggi abbiamo recuperato tutti i giocatori rientrati dalle nazionali, stavolta era un po’ diverso anche per me con sei assenti. Abbiamo lavorato bene suddividendo i lavori con lo staff e oggi ho visto una squadra molto concentrata”.
-Siete arrivati alla pausa con un bello slancio però c’era anche desiderio di tirare un attimo il fiato. Come si salvaguardano le due cose (morale e necessità di riposo) nelle due settimane di interruzione agonistica?
“Per me è semplice. Come ho sempre detto sapevamo che la rosa in determinate posizioni non ci concedeva tanti momenti di recupero, per fortuna c’è stata questa pausa che ha permesso a qualche elemento di ricaricare le batterie perché arrivano delle partite molto difficili. Come si fa a non staccare? Dal primo giorno dopo Losanna ho chiesto alla squadra di continuare ad avere questo entusiasmo ma di lasciar perdere la parola euforia. Dobbiamo continuare a lavorare con spirito giusto e grandi motivazioni ma senza essere euforici. Quando c’è entusiasmo c’è equilibrio e cerchiamo dunque di fare quello che dobbiamo anche nelle prossime settimane”.
-Quella di domenica sarà una bella occasione per spaccare ulteriormente in due la classifica, non credi?
“E’ una bellissima occasione ma ogni weekend, in questo campionato, i tre punti in palio fanno la differenza. Non possiamo pensare che squadre come Lucerna e Sion rimangano in quelle posizioni di classifica. Se guardo ai lucernesi vedo una squadra che ha recuperato tutti gli infortunati, che ha un grosso potenziale e che era partita per arrivare terza dopo il gran finale di stagione. Più che altro sarà una sfida importante perché in casa desideriamo proseguire il filotto positivo che per noi è linfa vitale.”
-Non c’è Bottani, ci sarà qualcuno che giocherà nel suo ruolo o cambierai modulo offensivo?
“L’assenza di Mattia cambia sempre delle dinamiche. Lui e l’abbiamo visto nell’ultimo anno e mezzo, è un giocatore che sa dare alla squadra delle soluzioni che altri non danno. Dovremo cambiare qualcosa ma abbiamo in rosa dei ragazzi che possono far male, magari in maniera differente, ma che contro il Lucerna si possono rendere molto pericolosi”.
-Loro sono un po’ alla disperazione diciamo così?
“La parola disperazione non fa parte del vocabolario di Celestini. Lui lavora sotto altri aspetti e, da come lo conosco, le critiche lo avranno caricato al massimo. Lavora al 120% quotidianamente e in questi dieci giorni avrà lavorato al 150% delle sue possibilità per dimostrare che la squadra è con lui e gioca un buon calcio. Erano in difficoltà nelle ultime giornate ma hanno recuperato elementi importanti come Frydek. Ndenge, Farkas. In casa il Lucerna ci ha sempre messo in difficoltà e dovremo stare molto attenti specie ad elementi come Ndoye e Sorgic che fanno cose importanti. Chiudo dicendo che conosco anche il loro match analyst Lorenzo Guerrero che è una persona speciale e che ha operato tanto con noi: sono sicuro che dopo la partita che abbiamo vinto a Lucerna avranno lavorato al meglio per prendersi una piccola rivincita”.
-Questo fatto di conoscere spesso persone con cui hai lavorato o giocatori avversari che vantaggio ti da eventualmente?
“Porta dei vantaggi come degli svantaggi. Quando giochiamo contro il Lucerna sappiamo che partita verranno a fare; Fabio è un allenatore che non si stacca dai suoi principi. Difficilmente vedremo un avversario che non cerca di costruire o di imporre il suo gioco. Viceversa la gente che mi conosce sa cosa cerco di dare almeno a livello di emozioni alla squadra. Ci sono pro e contro”
-Dal profilo comunicativo la situazione di Amoura è migliorata?
“Come ho detto l’altra volta devo ringraziare la società per avermi messo a disposizione un interprete. La situazione è molto migliorata e per noi dello staff diventa più semplice riuscire a comunicare perché nel calcio di oggi i feedback che diamo o le analisi video anche individuali che facciamo sono importanti e prima erano complicati. Parlando con uno che traduce i concetti perfettamente e non con Google translate che a volte fa clamorose cilecche tutto diventa più facile.”
-Nella partita che avete vinto a fine settembre a Lucerna è sembrato che l’allievo abbia superato il maestro. Pensi che sul piano dell’orgoglio Celestini proverà a riscattarsi?
“Non credo assolutamente. Fabio è una persona che vive il calcio in maniera totalizzante, ha una passione incredibile e vuole sempre trasmettere le sue idee ai giocatori. Conoscendolo le critiche che gli sono arrivate addosso ultimamente l’hanno un pochino ferito e credo che nelle ultime due settimane abbia lavorato ancora più intensamente per dimostrare non a noi qui a Lugano ma a tutti gli altri che è ancora un allenatore con la A maiuscola.”
-Cosa hai preso da Celestini, qual è la caratteristica che lavorando al suo fianco ti è stata più preziosa?
“Tantissime cose; dal punto di vista caratteriale -che è magari l’aspetto che i tifosi vedono meno- ci sono tanti elementi da prendere. Per me è stato un bell apprendistato e una fortuna aver potuto lavorare con lui.”
-Baumann è pronto per rientrare?
“Noam questa settimana si è allenato molto bene e adesso toccherà a me stabilire se è già arrivato il suo turno o no. Sono comunque contento di come si sia allenato negli ultimi giorni. Purtroppo quando stava tornando ci si era messa di mezzo una bronchite e poi il vaccino. Gli ultimi giorni ho visto un portiere soprattutto sotto l’aspetto nervoso pronto per darci una mano.”