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Ortelli: in campo con carica, determinazione e qualità

Cao: Carica, determinazione e qualità faranno la differenza

Quasi 40 anni passati nell’insegnamento elementare e un periodo ancora maggiore sui campi di calcio. Carlo Ortelli, detto Cao, è un’istituzione nel FC Lugano. Ha esordito in prima squadra alla fine degli anni settanta, ha allenato per decenni nel settore giovanile ed è stato assistente per tre anni di Roberto Morinini, col quale nel 2011 conquistò per l’ultima volta, prima di questa stagione, il secondo posto in Super League. Negli scorsi giorni Cao ha rinnovato per un altro anno il contratto di assistente allenatore di Mattia Croci-Torti. Lo abbiamo incontrato prima dell’allenamento di giovedì pomeriggio che ha preceduto la partenza della squadra per oltre san Gottardo in vista della finale di Coppa svizzera in programma domenica alle 14 al Wankdorf.

Il bianconero come seconda pelle

-Partiamo dal recentissimo rinnovo del contratto, con che sentimenti hai apposto questa firma?
“Con sentimenti ed emozioni molto forti anche perché è una grande soddisfazione per me quella di poter continuare a lavorare e a mettermi al servizio di questi colori che mi sento come una seconda pelle.”

Giochiamo meglio che nel 2001

-Prima di passare alla finale torniamo per un attimo al campionato. Si è ricordato che il secondo posto attuale giunge a 23 anni di distanza da quello che il Lugano aveva conquistato quando sedevi già in panchina a fianco dell’indimenticato Roby Morinini. Vedi similitudini o differenze tra queste due imprese e il contesto nel quale sono state compiute?
“Se comincio ad analizzare la Lega nazionale A del 2000 rispetto alla Super League odierna devo dire che sono state due competizioni di buon livello. Già allora il livello del calcio d’élite svizzero era molto interessante e alto e lo è rimasto a tutt’oggi. Ci sono parecchie similitudini: la più importante riguarda i timonieri, le persone che hanno guidato e che guidano la squadra. Sono simili per quanto concerne competenze e conoscenze, due allenatori di grande carisma e spessore. Morinini sapeva perfettamente il fatto suo e Croci-Torti altrettanto. Noi lo seguiamo con grande entusiasmo e passione. La squadra di Roby era molto ben organizzata e quella attuale non  lo  è da meno. In quanto a qualità di gioco posso affermare che all’epoca si giocava bene ma probabilmente il Lugano di oggi gioca ancora meglio con un’imprevedibilità e una fantasia messe in campo durante tutta la stagione e che alla fine ci hanno permesso di ottenere questo risultato e di appassionare ancora maggiormente i nostri tifosi.”

Ancora meglio che in campionato 

-E’ il terzo anno consecutivo che arrivate in finale di Coppa. Anche qui vedi differenze rispetto alle ultime due esperienze?
“Se devo riferirmi al percorso che ci ha permesso di giungere all’atto conclusivo non vedo alla fine grosse differenze. Sono stati tre cammini molto difficili, siamo riusciti a superare tutti gli ostacoli con grande bravura. Quindi tre percorsi simili e complicati. Per quel che riguarda la partita di domenica quando arrivi alla finale qualsiasi avversario ti ritrovi davanti parti comunque sempre a 50 e 50 per quanto attiene al pronostico. E’ stato così due anni fa col San Gallo, l’anno scorso con l’YB e lo sarà anche stavolta. Forse dodici mesi or sono il fatto di giocare in casa degli avversari, che avevamo appena vinto il campionato, a livello mentale e inconscio ha un po’ condizionato emotivamente la prestazione e la partita. Sulla sfida col Servette sono convinto che il Lugano la interpreterà con una carica, una determinazione e una qualità di gioco ancora migliori rispetto alle partite disputate in campionato.”

Determinante la voglia di vincere

-L’esperienza aiuta in questi casi, ovvero il fatto di arrivare alla terza finale in tre anni, sai già cosa ti aspetta, controlli maggiormente le emozioni o in fondo non cambia molto?
“Alla fine sai già cosa ti aspetta a livello di organizzazione della partita e dei momenti che la precedono. Poi sono dell’avviso che il calcio è talmente irripetibile che affronti un avversario nuovo pur se l’ ha incontrato otto giorni prima in campionato. Ma non sarà mai una sfida simile a quella di sabato scorso e ti devi preparare ancora meglio perché  il Servette starà facendo altrettanto. Alla fine prevarrà la squadra che più di tutte avrà deciso di vincere.”

Faremo una prestazione entusiasmante

-Sei ottimista anche per quello, perché pensi che giocherete con quella che il “Crüs” definirebbe “più fame” dell’avversario?

“Sono certo e convinto che i ragazzi scenderanno in campo molto determinati. La somma di tanti fattori: psicologico, fisico, tecnico e tattico si concentrerà e ci permetterà di disputare questa partita con una prestazione entusiasmante.”

Tifosi che danno la carica

-Siete abituati a giostrare a Cornaredo davanti a 3-4000 persone. Entrare al Wankdorf già per il riscaldamento e vedere la muraglia di tifosi bianconeri che si era già vista nelle ultime due finali, da una carica ulteriore alla squadra?
“Quando entri dal sottopassaggio e senti questo frastuono e vedi la marea di gente che grida la pelle d’oca te la senti addosso. Sono belle situazioni, si parla di calcio vero con una cornice come dovrebbe essere ogni partita. Gli incitamenti della folla, lo sventolio di sciarpe e bandiere con i colori bianconeri forniscono una carica supplementare ai giocatori com’è successo anche nelle finali precedenti.”

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