dopo 15

“Bella prova di maturità”

Al novantesimo quando Valenzuela ha messo il pallone alle spalle di Fickentscher lo stadio e la panchina bianconera sono esplosi in un boato incredibile. Era da metà marzo che si aspettava di tornare alla vittoria: allora, sempre a Cornaredo e per 2-0, era stato battuto lo Zurigo. Stavolta è toccato al Sion fare le spese della grande fame dei bianconeri…in maglia verde. Una squadra che ha buttato il cuore oltre l’ostacolo e che è stata più forte di tutto e di tutti. 

Loro rinunciatari

Nel dopo partita Mattia Croci-Torti non nasconde la sua soddisfazione e non si lascia turbare nemmeno dalle domande relative all’arbitraggio che ad alcuni è parso un po’ molle nonostante le tre espulsioni e le diverse ammonizioni. 

“Onestamente non è stato l’arbitraggio a infastidirmi. Oggi il difficile era affrontare una squadra che, e lo si è visto fin dal primo minuto, è scesa in Ticino per perdere tempo e ha cercato la vittoria difendendosi a oltranza. Se guardate c’è una punizione dopo una sessantina di secondi e tutti loro sono saliti in area per approfittare di qualche colpo di testa, poi il portiere ha cominciato a perdere secondi dopo secondi. Il loro atteggiamento era quello di una squadra che è venuta a salvarsi, difendendosi e confidando in un episodio  come aveva fatto nelle trasferte di Lucerna e Zurigo contro il GC. Sapevo che questa partita nascondeva molte insidie e che la testa sarebbe stata molto importante. La differenza l’avremmo fatta se fossimo riusciti a mantenere i nervi saldi e l’abbiamo fatto, tranne che in un momento. Questo mi ha fatto capire ancora di più che guido una squadra matura. Si sarebbe potuti cadere nella trappola, facendosi innervosire e entrando in questo “teatrino”. Da quando alleno il Lugano non c’è mai stata una partita con così tante interruzioni ma non ne faccio una colpa al Sion, ognuno cerca di salvarsi con le armi a disposizione. Loro hanno deciso di giocarsela così e siamo stati bravi, avremmo potuto farci prendere dalle provocazioni e invece siamo rimasti sul pezzo. E’ stata una vittoria meritata, cercata sino alla fine, dove anche in dieci contro dieci non si è vista la differenza, sembrava che eravamo ancora noi con un uomo in più. In una sfida non facile da giocare: questa è stata veramente una prova di maturità. Sono contento e non infastidito né dell’atteggiamento dell’arbitro né di quello dei vallesani.”

Celar importante

-Un dato positivo è la qualità della panchina che anche questo pomeriggio ha fatto la differenza.

“Evidentemente nel secondo tempo sono entrati diversi titolari. Quando è sceso in campo Celar, a un quarto d’ora dalla fine, si è vista la differenza. Una punta centrale vera ci è mancata tante volte e abbiamo cercato altre soluzioni ma è normale che quando lo puoi schierare il nostro attacco è diverso. La sua sola presenza ha fatto sì che loro non riuscissero più a uscire e non avevano coraggio. Quando puoi far entrare a partita in corso elementi come Valenzuela e Amoura hai maggiori possibilità di decidere il corso degli eventi anche nei minuti finali. Bisogna essere pazienti, lo siamo stati. So che mancavano otto partite alla fine e che entravamo in un trittico difficile (mercoledì andiamo a San Gallo e sabato ospitiamo il GC) abbiamo cercato di fare di tutto per recuperare i giocatori infortunati. Alla fine, con i cinque cambi, le partite le vinci spesso con chi dalla panchina ti aiuta. La cosa bella è l’atteggiamento con il quale questi giocatori entrano in campo. Oggi avevo anche delle difficoltà perché su sette giocatori in panchina cinque erano extra-comunitari e non ho potuto fare l’ultimo cambio con Espinoza come era mia intenzione. Sarebbe stato bello spingere con questo ragazzo che l’avrebbe meritato dopo le ultime due prestazioni che ha fatto ma per motivi di regolamento non l’ho potuto immettere in gioco. Bisogna entrare sempre in questa sinergia che a volte è complicata ma oggi credo veramente che i ragazzi non solo meritano un complimento per l’atteggiamento e l’attitudine ma perché sono rimasti nella partita e non era evidente. Io stesso vedevo che ero più nervoso del solito. Ma siamo riusciti a portarla a casa ed è una vittoria molto molto pesante”.

Bene Steffen

-Sei d’accordo se dico che, dopo essere stato spesso giustamente criticato, oggi nel secondo tempo Steffen ha tirato fuori la personalità che ha permesso alla squadra ricrederci fino alla fine?
“Io comunque sono quasi sempre soddisfatto  dell’atteggiamento di Renato. Tante volte la voglia di far bene non è stata sostenuta da una condizione fisica adeguata, ha avuto tanti problemi. Sta un po’ ripetendosi quanto avvenuto nel girone di andata quando era uscito alla grande nelle ultime partite. Purtroppo dopo i Mondiali ci sono stati guai fisici ma adesso sono diverse partite che invece lo vedo fisicamente sul pezzo fino alla fine e quando può fare entrambe le fasi diventa un giocatore più pericoloso. Ne ho parlato con lui anche ieri: il collo funziona meglio, è più mobile ed è più facile vedere la sua determinazione che aiuta la squadra in questi momenti. Lo vedi soprattutto nei palloni giocati con molta più lucidità nel secondo tempo rispetto alle altre partite.”

Saipi presente

-Nel primo tempo ci sono state situazioni nelle quali loro di testa avrebbero potuto segnare. L’assenza di Lukas Mai nel gioco aereo si fa sentire, come porvi rimedio?

“Loro sono una squadra con cinque giocatori sopra il metro e novanta, è normale che soffri. Nelle punizioni salivano tutti in area: era la loro unica arma, sfruttare le palle ferme. Mi ricordo che qua, alla prima di campionato, perdemmo 3-2 e loro segnarono tutti i gol su queste circostanze. Al Tourbillon l’ultima sfida l’abbiamo dominata ma ci hanno raggiunti nel finale  con un colpo di testa su punizione. Sono le loro armi; contro squadre come YB e Sion dobbiamo essere sempre più attenti e  bravi. Ma abbiamo un portiere come Saipi che oggi ha dovuto fare una sola grande parata e l’ha fatta. Onestamente Amir è sul pezzo e quando deve esserci c’è: bisogna ringraziarlo.”

Amoura e Doumbia

-Hai temuto per un attimo che finisse davvero di nuovo con un pareggio in una partita che, come in tante altre occasioni, si era prestata per sbloccarvi?

“Se ti dicessi di no, direi una bugia. Sappiamo tutti che le caratteristiche della nostra squadra non è quella di avere gente che riesce a tener su palla, o che è forte fisicamente nei 16 metri. Senza Celar ci manca quell’attaccante che nei momenti di grande superiorità numerica ti dà lo sbocco centrale. Sapevo che Zan aveva nelle  gambe al massimo dieci minuti, ha fatto solo un mezzo allenamento ieri. Gliene ho fatti fare 15 e medici e fisioterapisti mi tireranno già le orecchie. Era il momento di mandarlo in campo. Oggi anche Amoura, che tante volte è criticato, non ha sbagliato mezzo pallone, ha fatto scelte giuste, con la testa. E il gol è il meritato riconoscimento di una crescita anche personale perché tante volte non sono le qualità tecniche a fargli difetto. Ma oggi, mi spiace dirlo, finito il Ramadan abbiamo visto altri giocatori: Amoura aveva lo spunto dei giorni migliori, Doumbia è stato incredibile. Sapevo che avremmo dovuto soffrire nelle ultime settimane ma questo fatto ci  faciliterà d’ora in avanti.” 

Cauti con gli infortunati

-Hai parlato di Celar: in vista delle prossime partite che sono vicine c’è la possibilità di vederlo in campo con un maggior minutaggio o più o meno sarà sulla falsariga odierna?

“Questa settimana dobbiamo essere bravi a gestire elementi come Valenzuela e Celar che comunque arrivano da infortuni muscolari. Bisogna essere prudenti a schierarli per lunghe durate. Dovremo fare le giuste scelte, anche perché abbiamo perso Belhadj (espulso) speriamo però di recuperare Bislimi che era ammalato. ”

Con le figlie

-Hai detto prima di essere stato più nervoso del solito: ho visto un’esultanza sul gol di Valenzuela che si era vista raramente, una corsa notevole. C’era un senso di liberazione per questa vittoria arrivata nel finale?

“Ne ho parlato con le mie figlie stamattina. -Papà è un po’ che fatica a vincere in casa, e la partita di oggi la sento più del solito-. La figlia maggiore si è accorta di questa cosa. Più seguivo in tv Basilea-Lucerna e più mi avvedevo dell’importante nella partita che saremmo andati a disputare di lì a poco. Oggi c’erano tante emozioni e tanti sentimenti, sapevo il peso del match e che era facile  cadere nella trappola. Quando hai un uomo in più ti lasci magari trascinare dall’entusiasmo e prendi magari un contropiede. Poi con questi non recuperi più il risultato. Adesso sono sereno perché la squadra ha dimostrato grande maturità ed esco dallo stadio molto felice”.

Aliseda clamoroso

-Cos’hai pensato quando Belhadj vi ha lasciato in dieci dopo che eravate stati in superiorità numerica dal 50′ per una loro ingenuità?

“Ho avuto poco tempo per reagire. E’ stato incredibile cos’ha fatto Aliseda da quel momento. Ha giocato da centrocampista centrale, ruolo mai occupato in vita sua. Abbiamo trovato nuove dinamiche con Steffen a sinistra e Amoura a destra. Questa è la cosa che fa piacere. Nessuno si è accorto che anche noi eravamo rimasti in dieci, abbiamo continuato a macinare gioco e loro non hanno preso un sol metro. Abbiamo voluto vincere la partita sino alla fine. Aliseda ha messo qualità a centrocampo e non ha perso un sol pallone. Sulla fasce Steffen e Valenzuela e dall’altra parte Arigoni e Amoura hanno fatto tutto bene. Ogni tanto sono bravo a imbroccarla. Rispondendo alla domanda: non ho avuto tempo di pensare all’espulsione perché Aliseda ha fatto qualcosa di clamoroso negli ultimi 15 minuti.”

Questione di ritmo

-Nei primi minuti avete avuto due occasioni clamorose ma i gol sono arrivati al novantesimo. Col senno di poi meglio così per l’autostima della squadra: è un entusiasmo che riuscirete a portare sino a San Gallo?

“Tra l’altro nel secondo tempo c’è stata una parata clamorosa di Fickentscher su Aliseda, l’ho appena riguardata in tv: è stato un vero miracolo. Non siamo partiti male oggi, l’interpretazione dei primi minuti mi è piaciuta. Il problema è che in seguito ci siamo adeguati al loro ritmo, i giocatori del Sion spezzavano continuamente il gioco e noi non riuscivamo a dare continuità alle giocate. Alla pausa abbiamo cambiato qualcosa costruendo in un’altra maniera con Doumbia che si abbassava abbiamo trovato altre linee di passaggio e li abbiamo messi in difficoltà. Forse ci abbiamo impiegato troppo a sbloccare il ritmo del match. Ma sono partite non facili quando l’avversario si arrocca fin dai primi minuti. E’ quello che loro hanno fatto anche nelle partite precedenti e che gli hanno permesso di  conquistare sei punti. Mi aspettavano questo atteggiamento nient’altro, sono situazioni nelle quali può salire il nervosismo ma noi siamo stati calmi, bene così.”

 

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